PALERMO – Anche a Palermo la città si ferma e riflette di fronte all’ennesimo tragico femminicidio, quello di Giulia Cecchettin. Al Liceo classico Vittorio Emanuele II, infatti, si è tenuto un momento denominato “Un minuto di rumore“.
Questa iniziativa è stata organizzata spontaneamente dagli studenti come modo di esprimere la loro commozione e contemporaneamente di attirare l’attenzione sul problema della violenza contro le donne.
L’esigenza di una nuova cultura libera
I giovani si sono radunati di fronte alla scuola e, al suono della campanella, hanno iniziato a applaudire e gridare per manifestare la loro rabbia. Invece di osservare il consueto “minuto di silenzio”, hanno preferito dare vita a un “minuto di rumore“.
Un lungo applauso, protrattosi per diversi minuti, è stato accompagnato da alcune urla, manifestando così la loro determinazione per il cambiamento e l’esigenza di una nuova cultura libera dagli stereotipi patriarcali.
Tutti i partecipanti hanno alzato le mani al cielo, applaudendo e mostrando il segno rosso simbolico del rifiuto della violenza contro le donne.
In questo modo, gli studenti hanno voluto affermare con forza il loro “no“ alla violenza in ogni sua forma.
Rumore anche al Senato
Il “rumore” per Giulia Cecchettin arriva anche al Senato, nelle sale di Palazzo Giustiniani. Lo ha annunciato su X il senatore Filippo Sensi postando un video che immortala diverse ragazze e ragazzi che fanno rumore a Palazzo Giustiniani.
Un’iniziativa “con la presidente e la ex presidente della Commissione Femminicidio (grazie Giusy Versace)”, scrive Sensi.
Roma si mobilita contro la società patriarcale
“Nelle aule, nei corridoi, diciamo no a un silenzio assordante. Bruciamo tutto. Fate rumore con ciò che potete“, recita uno degli slogan.
Con chiavi, megafoni, applausi, fischi e colpi sui banchi, gli studenti di Roma si stanno mobilitando contro la “società patriarcale“.
Per Giulia, per tutte, bruciate tutto. Siamo il grido di chi non c’è più. Mai più vittime. L’appello di fare rumore invece che osservare un minuto di silenzio è partito dalla sorella di Giulia Cecchettin.
A Roma hanno aderito istituti come il Manara, il Morgagni, l’Orazio, il Tasso, così come il Farnesina, il Virgilio, il Talete, il Mamiani e molti altri, gli studenti hanno espresso il loro dissenso nei confronti del minuto di silenzio che aveva invece proposto dal ministro Valditara.