SICILIA – La Regione Siciliana vorrebbe trasformare l’Azienda Siciliana Trasporti in una società house: è quanto emerso stamani in un articolo pubblicato dai colleghi di La Repubblica.
La decisione sarebbe quella di accogliere investitori privati per gestire almeno alcune delle rotte precedentemente gestite da Ast. Lo sviluppo è emerso nel conflitto all’interno della maggioranza di governo. Attualmente si teme per il destino degli 800 dipendenti dell’azienda.
Faisa Cisal: “Giù le mani da Ast Spa”
Attraverso un comunicato stampa, l’Associazione dei sindacati regionali della Faisa Cisal, si è espressa in relazione alla vicenda: “La Partecipata Regionale, proprio per la sua peculiare valenza sociale e la missione per la quale è stata istituita nell’ambito del TPL in Sicilia, non dovrebbe subire ridimensionamenti di sorta, come di fatto sta accadendo, in maniera ingiustificata, ‘rilasciando i Servizi Urbani dei Comuni’ fin qui esercitati a favore delle Imprese private a far data dall’1 gennaio 2024 (vedi quanto già avvenuto con il servizio urbano nella città di Siracusa).
Ci si chiede quindi, secondo logica imprenditoriale, se sarebbe mai possibile investire risorse economiche ed umane per un servizio a perdere? Tanto basta per dimostrare che contrariamente a quanto vuole sostenersi, i servizi Urbani, non sono antieconomici, anzi, tutt’altro, bisogna vedere poi come gli ‘stessi’ vengono gestiti e organizzati da parte di chi li esercita.
Purtroppo i Servizi Urbani esercitati da Ast Spa, a causa di una perenne e costante carenza di Autobus, oltre che per un’atavica mancanza di personale da poter utilizzare nella verifica titoli di viaggio, ha lasciato a desiderare in termini di efficienza e puntualità del servizio reso all’utenza, con l’aggravante di aver riportato una pesante perdita di introiti a scapito delle casse aziendali, dove ad acuire la situazione, indubbiamente, ha concorso il continuo inadempimento dei Comuni beneficiari, in ordine al mancato pagamento di fatture, relative agli anni pregressi per il servizio Urbano esercitato da Ast SPA.
Quindi, l’equilibrio di gestione dei Servizi urbani resi dalla Società Partecipata Regionale a favore delle Amministrazioni Comunali, considerato in ‘perdita‘ da parte della Ragioneria Generale della Regione, sulla scorta degli OSP imposti ex art. 5, comma 5, Reg. 1370/2007, non tiene conto delle sopraelencate criticità. In buona sostanza, un ragionamento estremizzato e surrettizio, finalizzato a voler giustificare il rilascio dei servizi urbani a favore delle Società private, il tutto, anche e soprattutto a discapito dei livelli occupazionali e del destino lavorativo incerto dell’attuale forza lavoro.
Peraltro, dopo l’avvenuta adozione da parte del CdA di Ast Spa dei bilanci 2021, 2022 e semestrale 2023 e nelle more dell’approvazione degli stessi da parte del Governo Regionale, il redigendo Piano Industriale aziendale, una volta definito e sottoposto al vaglio degli Assessorati Regionali competenti, ‘condicio sine qua non’ per l’eventuale ‘ricapitalizzazione’ , sarebbe stato ed è lo strumento più adatto tramite il quale poter affrontare e discutere questioni di vitale importanza per la continuità aziendale, quali: Organigramma e Organico Aziendale, assunzione di personale, eventuale trasformazione Societaria, mantenimento o meno dei Servi Urbani etc.
La politica Regionale, senza ulteriore indugio, dovrebbe indurre chi di competenza, al ragionamento e pretendere un tavolo di confronto serrato, sano e costruttivo fra le forze sociali rappresentative, la Governance aziendale, Assessorati Regionali competenti e Commissioni Legislative ARS“, concludono i sindacati.