ITALIA – I tempi degli spostamenti dai mille colori all’interno di unica nazione sembrano essere sulla via del tramonto nonostante la competizione più importante del mondo del calcio rappresentata dai Mondiali resti la più appetibile tra tutti i riconoscimenti possibili di questo sport.
Mondiale 2030 in tre Continenti diversi
Se le tanto attese modifiche sul numero delle squadre partecipanti andranno in scena a partire dal 2026, stessa manifestazione che vedrà per la prima volta tre stati ospitanti, nel 2030 i calciatori saranno interessati da un via vai senza sosta in tre continenti diversi.
Radar aerei costretti a modificare le loro impostazioni per poter contenere le piccole icone indicanti i movimenti su aria da un’area all’altra insieme ai preparativi della successione prenotazione-pagamento-svolgimento sono soltanto alcuni degli aspetti cruciali da prendere in considerazione sul torneo.
“Calcio quanto mi costi”, l’itinerario da pazzi che dovranno seguire i tifosi
Se città come Roma “discutono” sull’eccessiva mole di turisti che non dà tregua a mezzi di trasporto personali e pubblici, senza tralasciare il sovraffollamento nelle strutture alberghiere e le file d’attesa in ogni singolo ristorante della Capitale è facile ipotizzare, anche in misura maggiore, uno scenario simile per i Mondiali in Sudamerica, Europa e Africa.
“Calcio quanto mi costi” potrebbe essere la frase giusta al posto giusto. Mai come nel 2026 e 2030 i tifosi dovranno avere a disposizione una cospicua somma di denaro per poter seguire in toto la propria squadra. Si potrebbe definire una “magic-box” contenente un pacchetto con al suo interno volo aereo, hotel, biglietti dei gironi e le spese come cibo insieme ad altre necessità.
Le partite inaugurali della competizione si terranno dove il calcio viene visto come qualcosa di sacro (e male non fanno): in Sudamerica. I primi match avranno luogo tra Argentina, Paraguay e Uruguay. Successivamente, come precedentemente anticipato, il Mondiale si sposterà nel Vecchio Continente europeo e in Africa.
Il nodo da sciogliere
Una delle peculiarità che da sempre hanno contraddistinto le Nazioni ospitanti di una competizione riguarda l’obbligo di partecipazione.
In questa circostanza e in via del tutto occasionale i Paesi, essendo sei (delle quali tre del Sudamerica, dove i posti al Mondiale sono già limitati in quanto le federazioni sono di numero minore rispetto agli altri Continenti), potrebbero non godere di questo particolare privilegio (usiamo il condizionale perché rimane l’unico nodo da sciogliere prima di tagliare il nastro dei preparativi tanto attesi).
Spostamenti continui e paragoni azzardati
Lascia interdetti anche la situazione spostamenti per le singole squadre partecipanti. Migliaia di chilometri di volo, l’alta possibilità di un jet lag e una comfort zone da trovare subito dopo l’atterraggio sono soltanto alcune delle ipotetiche conseguenze negative di una competizione che bada più alla dimensione estetico-economica rispetto allo spettacolo offerto dai 22 sul rettangolo verde di gioco.
Per chi azzardasse un paragone tra la rinomata Champions League e i Mondiali di calcio dovrebbe pensare a un fattore cruciale: il tempo. Se la competizione europea si svolge nell’arco di mesi in 20 o più nazioni non si può dire lo stesso per la Coppa del Mondo che si completa in circa 30 giorni.
Tour de force Mondiale 2030, i calciatori già si allenano per essere preparati
La conclusione non può che accendere i riflettori sulla tenuta fisica del singolo calciatore. Il parere degli appassionati, da come si evince dopo l’uscita della notizia del Mondiale “itinerante”, traccia una linea divisoria tra chi sostiene che l’atleta è nelle condizioni di resistere ai numerosi spostamenti e chi, invece, pone lo sguardo sui campionati 2030/31.
Innegabile è l’evoluzione del calcio nel giro di 7 anni, così come è probabile una resistenza diversa dei giocatori nei 90 minuti (e oltre) abituati già a ritmi frenetici di una partita ogni tre giorni.
Vista la spesa cui deve far fronte un tifoso per assistere alle gare di un Mondiale atipico come quello del 2030 è sicuramente lecito attendersi qualcosa che non deluda le aspettative.