CATANIA – “Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto“.
Così la premier Giorgia Meloni sui social . “Non è la prima volta che accade ma continueremo a difendere i confini” ha aggiunto la presidente del Consiglio.
Nei giorni scorsi il Tribunale etneo aveva definito nelle motivazioni della sua sentenza il recente decreto del governo (il così detto Decreto Cutro) “illegittimo in più parti e contestando la nuova procedura di trattenimento e la cauzione di 5000 euro da pagare per non andare nel centro“.
Il Ministero dell’Interno ha già annunciato il ricorso, impugnando il provvedimento del Tribunale di Catania e affidando a un altro giudice la responsabilità di analizzarlo e giudicarlo.
Perché “il decreto del governo è illegittimo”
“Si è contestato – ha spiegato l’avvocato Vitale che assiste i migranti – il mancato rispetto dei termini per il trattenimento di cui all’art. 6 bis del decreto perché lo stesso è iniziato giorno 20 settembre a Lampedusa e non il 27 a Pozzallo. Quindi oltre le 48 ore. Il tutto in palese violazione dell’art. 13 della Carta Costituzionale. Inoltre – ha aggiunto – abbiamo contestato la mancata informativa in lingua straniera sulla possibilità di chiedere una garanzia finanziaria. Il vice questore non ha fornito prova di quanto asserito. Paradossalmente, il fascicolo processuale era ‘vuoto’. Il Tribunale di Catania, nella persona di Iolanda Apostolico, ha rilevato d’ufficio ulteriori numerose problematiche – per palese violazione del decreto del Governo alle norme comunitarie – sottolineando più volte la illegittimità del provvedimento“.