ITALIA – Stava facendo il riposino dopo la pappa, ma alle 15 di venerdì il piccolo Alessandro di 11 mesi non ha più dato segni di vita.
Si è consumata così la tragedia in un asilo nido a Porcellengo, frazione di Paese, a Treviso.
Tragedia all’asilo nido: i fatti
Le maestre lo avevano adagiato sul lettino ma poi, quando sono andate a svegliarlo, hanno fatto la tragica scoperta. Il suo cuoricino aveva smesso di battere.
Il personale della struttura privata ha dato l’allarme. Vani i tentativi di rianimazione e la corsa in ospedale. I medici non hanno potuto fare altro che dichiarare la morte di Alessandro, che avrebbe compiuto un anno il 17 ottobre.
Genitori ricoverati sotto shock, indagini in corso
I genitori del bimbo, una giovane coppia trevigiana, sono rimasti sotto shock. Per loro sarebbe scattato il ricovero in ospedale.
I carabinieri, nel frattempo, sono arrivati sul posto per i rilievi del caso. La Procura potrebbe chiedere una autopsia per verificare le cause del decesso ed escludere eventuali responsabilità in capo all’asilo.
Morte in culla: cos’è?
Secondo quanto ricostruito, si sarebbe trattato di uno dei casi di morte in culla o sindrome della morte improvvisa del lattante (sudden unexpected infant death, SUID).
Il bimbo, apparentemente sano, riposa tranquillo quando, senza segnali, pianti o sofferenza, non si risveglia più.
La SIDS è una delle cause più comuni di morte nei neonati di età compresa tra 1 mese e 1 anno.
La sindrome è diffusa in tutto il mondo. I fattori di rischio sono molti. Quasi tutti i genitori che hanno perso il figlio così, senza poter fare nulla, poi si sentono addirittura in colpa.
I consigli e il sostegno di specialisti competenti e del personale infermieristico o di altri genitori colpiti dalla stessa tragedia sono fondamentali per fronteggiare il dolore.