Stupro a Palermo, gli indagati si giustificano: “Era consenziente”

Stupro a Palermo, gli indagati si giustificano: “Era consenziente”

PALERMO – Durante gli interrogatori di oggi, due degli indagati per lo stupro a Palermo hanno rilasciato dichiarazioni che destano diverse perplessità: si tratta di Angelo Flores e Gabriele Di Trapani. Per entrambi nelle scorse ore è stato confermato l’arresto.

Il primo, di 22 anni, aveva già riferito in passato di essersi limitato a riprendere la scena con il cellulare e di non aver partecipato direttamente alla violenza. Gli altri indagati continuano a sostenere che non si può parlare di violenza perché “la ragazza era consenziente“.

Lo ha ribadito davanti ai giudici del tribunale del Riesame anche Gabriele Di Trapani, di 19 anni, che ha respinto tutte le accuse. Ha anche aggiunto che sarebbe stata la vittima a condurre il branco al Foro Italico. Secondo quanto riferito da lui, la ragazza avrebbe chiesto di deviare il percorso per non essere vista dal fidanzato, che lavora in un locale del centro storico. La versione del giovane entra però in evidente contrasto con le immagini delle telecamere di videosorveglianza: lì è chiaro che la ragazza sia stata trascinata a forza verso il luogo della violenza.

Scarcerato il minorenne dopo la sua confessione

Nuovi sviluppi sullo stupro di gruppo avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo, ai danni di una 19enne. Uno dei sette indagati, che all’epoca dei fatti era ancora minorenneha confessato davanti al G.I.P. del tribunale per minorenni, Alessandra Puglisi.

Non c’erano molti dubbi sul coinvolgimento del ragazzo, la cui presenza è testimoniata da un video trovato dai carabinieri in uno dei cellullari degli arrestati. Dopo la confessione, è arrivata la sua scarcerazione: il giovane adesso si trova in comunità.

Criticata la decisione del giudice

Non è passata inosservata la decisione del G.I.P. di scarcerare il giovane, infatti la procuratrice per i minorenni, Claudia Caramanna, ha già annunciato la presentazione di un ricorso contro il provvedimento, con l’obiettivo di rimettere il ragazzo dietro le sbarre.

Ad aggravare la posizione dello stupratore è il video recuperato dai carabinieri, in cui colui che fino a qualche settimana fa era ancora minorenne si mostra come tra i più violenti del branco.

Caccia al video dello stupro di Palermo, le agghiaccianti chat Telegram

È “caccia” al video dello stupro di Palermo, girato da uno sette indagati con il proprio cellulare. Da quando si è diffusa la notizia dell’esistenza di questa prova che testimonierebbe la violenza, una parte degli utenti di Telegram lo chiedono con insistenza, anche in cambio di soldi.

Come riportato dai colleghi di “La Repubblica”, sono state individuate due chat di Telegram che contano 12mila e 14mila membri. Uno dei due gruppi è pubblico, l’altro è privato. È su queste chat che avvengono scambi di “materiale“. Tra foto e video di sorelle, madri e bambini, tutti allo scuro di essere utilizzati come soggetti di materiale pornografico. Questa mattina è stata condivisa anche una foto della vittima dello stupro di gruppo di Palermo, presa dai suoi social. Facile immaginare che l’immagine della giovane sarà editata dai più esperti che, senza troppe difficoltà, la inizieranno a diffondere in una versione drammaticamente “inedita”.

Due gruppi Telegram sullo stupro di Palermo

Lascia decisamente perplessi sapere che, a seguito della violenza sessuale di cui la 19enne è stata vittima nel luglio scorso, sono stati creati due gruppi Telegram, il cui nome si ispira proprio al drammatico evento. Queste chat vantano 21mila e 17mila iscritti.

 

 

Foto di repertorio