CATANIA – Lutto a Catania: addio a Pina Marino Russo. Regina degli sport – ma anche docente – aveva 87 anni. Ha dedicato oltre 60 anni all’atletica. Ma non solo.
Adesso un pezzo di storia se ne va, un punto di riferimento per molti.
Chi era Pina Marino Russo
Figlia di una Catania che ha vissuto i bombardamenti, nasce nel maggio del 1936. Dai primi anni 50, si è dedicata al suo grande amore, le corsie di atletica leggera erano ancora in terra battuta.
Ha iniziato da atleta, tesserata con la Libertas Ciclope Catania e poi in modo naturale come l’aria che respirava diventava tecnico della sua Libertas Katana Atletica Catania.
Ha trasmesso per diversi decenni la didattica e la tecnica dell’atletica a migliaia di nuove leve di tecnici e insegnanti all’Isef di Palermo, sezione catanese. Ha insegnato anche al corso universitario di Scienze Motorie di Catania.
Grazie al suo impegno costante e di alto livello ha ricevuto il riconoscimento “La Quercia” di I, II, e III livello l’onorificenza più prestigiosa nell’ambito dell’atletica leggera nazionale.
Il curriculum di Pina Marino
I funerali
Certamente una figura di spicco e un punto di riferimento, una perdita importante in un momento non facile per l’atletica a catanese.
I funerali si terranno venerdì 18 agosto p.v. alle ore 11 nella chiesa di San Marco, Tremestieri (Tivoli).
Il cordoglio del Consiglio Regionale
Tantissimi i messaggi di cordoglio per la dolorosa perdita: “Quanti ricordi nei raduni a Nicolosi presenziati dalla prof.ssa Marino e da suo marito, ricordi di una atletica fatta di volontà, impegno e passione, quella passione che è riuscita a trasmettere a tutti noi cultori di questo bellissimo sport. È stata un grande punto di riferimento per l’atletica catanese e siciliana. Sentite condoglianze alla famiglia da parte del Consiglio Regionale“.
La moglie nel racconto del marito
Ignazio Russo, consigliere della Fidal prima regionale (1984-1992), poi nazionale dal 1992 al 2000, responsabile del Settore giovanile e nella Commissione tecnica sino al 2008, così racconta della moglie: “Non era facile allora avvicinare una ragazza, tranne in occasione di qualche trasferta. I nostri avversari maggiori erano i palermitani, che dimostravano una grande simpatia per le ragazze di Catania. Galeotto fu nel 1955 il triangolare di Napoli (Sicilia, Calabria, Campania): quattro giorni insieme, senza staccarci. Ci sposammo nel 1963 in una chiesa vicino allo Stadio, così da andare, dopo la cerimonia, al Cibali per fissare questo momento proprio in quella parte di pista, dove ci eravamo conosciuti, vicino alla pedana del salto in lungo”.
Il direttore Sergio Regalbuto e tutta la redazione di NewSicilia è vicina al dolore del marito Prof. Ignazio Russo e dei figli Uccio, Alessia e Danilo.
Fonte foto: Fidal.it – Michelangelo Granata