“Bucaneve” di Mélissa Da Costa

“Bucaneve” di Mélissa Da Costa

Edito da Rizzoli, “Bucaneve” è il nuovo romanzo della giovane scrittrice francese Mélissa Da Costa, sicuramente il più corposo con le sue cinquecento pagine consegnate in casa editrice. Una narrativa scorrevole, responsabile di prendere in ostaggio il lettore senza concedergli la pausa per un caffè.

Ad Arvieux, un piccolo paese delle Alte Alpi francesi, vive Ambre, una giovane ragazza, appena vent’anni di vita già appassita, forse il tempo le sarà clemente, adesso però è tutto un inferno posteggiato ovunque. Si chiama Philippe l’uomo che le dorme accanto. Non è il marito, non è il fidanzato, è solo un amico di letto con il doppio della sua età e con una moglie a casa che lo aspetta per la cena.

Una cornice purtroppo comune ripete il classico schema delle coscienze alla deriva.

Per Philippe, Ambre è solo l’ennesima conquista di turno, bella, fresca come un bicchiere di latte bevuto tutto d’un sorso perché l’arsura della carta d’identità incombe sul capello grigio.

La relazione ha i giorni contati, sia lei che il casanova in giacca e cravatta hanno sempre saputo che il cuore non è mai entrato nel loro letto. Certo, la passione lo ha disfatto, le notti sono esplose a ritmo di promesse bugiarde, ma poi l’alba riordina il pianeta e con esso la macchina umana.
Finisce solo quello che non era. Ritornello stantio ma ripetuto a iosa quando le strade si dividono, la porta dell’appartamento rimane chiusa e il letto giace immacolato. Vuoto. Da solo.

Con in tasca una bussola guasta, Ambre non riesce a nuotare da donna libera nell’ora più fragile della sua età. La fuga dalle catene non sente ragioni, così sceglie la via peggiore per sottrarsi alla vita che ben conosce il nome della follia.

Il progetto infelice non verrà mai compiuto.

Succede che la porta del cielo rimane sorda all’invocazione blasfema di chi decide di spegnere la propria luce. Ambre vivrà ancora, salvata dall’uomo che un tempo o forse mai è stato suo.

Fiore nato due volte, riacquista l’equilibrio muovendo i nuovi primi passi come cameriera stagionale in un albergo sulle Alte Alpi francesi. Ricominciare non è mai stato facile, impossibile negare il contrario, specialmente se il fallimento ha lasciato tracce indelebili sul cammino imbrattato da una pozzanghera.

Dopo l’inverno la stagione dei profumi non è mai stata in ritardo di un solo giorno. L’ aria frizzante mette a riposo i brividi dei mesi trascorsi sottocoperta. A poco a poco Ambre schiude i petali ansiosi di rinascere nella speranza incoraggiata dal dovere verso se stessi. L’amor proprio salva dalle frecce tirate dall’arco nemico.

Rosalie, Andrea Tim, Anton, Sophie, sono solo alcuni nomi di angeli custodi accorsi a riparare il cuore ferito di Ambre. Sono voci, sono mani giunte attorno l’altare della comprensione, sono colleghi a servizio dell’albergo nutriti da sentimenti puri per quella creatura intimidita della sua prima-vera vita.

Un coro di voci compatte nell’ascolto dell’altro infonde umanità presa a schiaffi da un amore sbagliato. E pensare che tutto questo è accaduto per aver osato sognare a occhi aperti.

“Essere felici è riuscire a stravolgere tutto, a rimettere tutto in discussione, anche tutta la vita se lo desideri”.

È nella condivisione delle piccole felicità che il sole sorge ancora e ancora con una radiosa richiesta di perdono per essere stato ombra invadente sulle giovani debolezze.

Bucaneve” è un romanzo-studio sulle relazioni interpersonali che pone quesiti accompagnati da soluzioni al vivere oltre gli inciampi della prima stagione della vita. Una comunione d’intenti risulta la pratica più valida che garantisce sostegno a profusione grazie alle menti connesse tra loro, ma soprattutto protese nella stessa direzione.

sara