Vertenza Ottimax, l’Inps condanna i lavoratori a rimanere senza Naspi

Vertenza Ottimax, l’Inps condanna i lavoratori a rimanere senza Naspi

CATANIA – Ancora brutte notizie per gli ex lavoratori Ottimax del Gruppo Bricofer a Catania. L’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ha confermato la legittimità delle posizioni dell’azienda, che aveva respinto le dimissioni “per giusta causa” presentate dai quindici lavoratori iscritti alla Cgil.

Vertenza Ottimax, organizzato un sit-in di protesta

Il requisito era fondamentale per poter accedere alla NASPI, l’assegno di disoccupazione. La Filcams Cgil di Catania aveva già denunciato questa decisione come discriminatoria. Di conseguenza, il sindacato ha organizzato una protesta davanti alla sede dell’Inps a Catania il 9 agosto, dalle 9,30 alle 11,30.

Le parole del segretario generale della Filcams Cgil di Catania

Il segretario generale della Filcams Cgil di Catania, Davide Foti, ha commentato la situazione: “È paradossale che le dimissioni vengano considerate ‘per motivi personali’ in seguito a un trasferimento di massa di 35 lavoratori a oltre 50 km di distanza. L’azienda ha essenzialmente impedito a tutti i lavoratori coinvolti di beneficiare di un sostegno al reddito“.

Quando è partita la vertenza Ottimax

A metà marzo, Ottimax aveva annunciato la chiusura del punto vendita di Catania (ex Auchan) citando “motivazioni di natura economica“. L’azienda aveva anche negato la cassa integrazione e comunicato il trasferimento al centro-nord dei 35 lavoratori di Catania.

Foti ha continuato: “Siamo di fronte a un istituto sociale e statale che abbandona i propri cittadini. I lavoratori coinvolti hanno lottato contro un’azienda che voleva licenziarli, ma hanno resistito a questa decisione. Dopo aver ricevuto lettere di trasferimento, hanno cercato di dimettersi per giusta causa, in conformità con la normativa vigente, ma si sono scontrati con l’opposizione dell’INPS“.

Il sindacato ha annunciato che i loro avvocati sono stati incaricati di tutelare i lavoratori, ma ritengono che questa decisione debba essere combattuta in tutti i modi, specialmente in un momento in cui i più svantaggiati sono quelli che pagano il prezzo più alto. Pertanto, hanno organizzato una nuova protesta per esprimere il loro dissenso.