LIPARI – Ieri i carabinieri della Stazione di Lipari, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto guidata dal Dott. Giuseppe Verzera, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di un’area di circa 8.300 metri quadrati situata a Lipari, nella località Vallone Bianco delle Isole Eolie (Messina).
Chi sono i due indagati accusati di disastro ambientale a Lipari
I due indagati sono ritenuti responsabili di aver causato un disastro ambientale attraverso l’esercizio non autorizzato di estrazione di materiale pomice, aggravato dal fatto di averlo perpetrato in un’area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico.
Il provvedimento, emesso in via d’urgenza dall’Autorità Giudiziaria, è stato necessario per evitare il pericolo imminente di crolli che avrebbero potuto arrecare danni irreparabili alla pubblica incolumità. Le indagini sono state condotte dalla Stazione dei carabinieri fin dal 2019, e attraverso servizi di osservazione, controllo e accertamenti tecnici, è stato possibile accertare che i due uomini, gestori di un impianto di recupero e stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi, in realtà svolgevano un’attività completamente abusiva di estrazione illegale di pietra pomice dalle pareti delle montagne. Successivamente, dopo averla raffinata e mescolata con materiale terroso e scarti edili, la commercializzavano per favorire i cantieri edili nell’Arcipelago Eoliano e altre aziende operanti nella provincia di Messina.
Gli accertamenti hanno dimostrato che l’attività estrattiva, svolta senza alcuna autorizzazione in un’area soggetta a vincolo paesaggistico e ambientale, ha causato danni alla morfologia del territorio, configurando quindi il reato di disastro ambientale.
I danni causati dai due indagati
Ai due indagati è stata contestata anche l’attività estrattiva di materiale pomice senza la prescritta autorizzazione paesaggistica, la modifica dello stato dei luoghi e la destinazione d’uso in violazione delle norme urbanistiche e della pianificazione territoriale comunale. Inoltre, sono stati demoliti costoni e estratti oltre 40.000 metri quadrati di materiale pomice, alterando irreversibilmente la bellezza naturale di quei luoghi soggetti a speciale vincolo paesaggistico.
La tutela dell’ambiente nell’Arcipelago Eoliano è una delle priorità per l’Arma dei carabinieri, e per questo i controlli continueranno sotto la direzione della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato si applica il principio di presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, come stabilito dall’articolo 27 della Costituzione.