PALERMO – Le Fiamme Gialle del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, operanti sull’isola minore di Pantelleria e sotto il controllo operativo della Sezione Operativa Navale di Lampedusa, ad esito di un’attività di Polizia giudiziaria avviata lo scorso 30 maggio nei confronti di una imbarcazione da pesca tunisina, hanno sottoposto alla misura del fermo per indiziato di delitto i tre membri dell’equipaggio, con l’accusa di aver consentito l’ingresso irregolare in Italia di otto migranti.
L’avvio delle indagini per rintracciare la nave “madre”
A seguito dell’acquisizione di un target sospetto da parte della rete radar costiera del Corpo installata nell’isola di Pantelleria ed in uso del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, è stato inviato in zona un assetto navale rumeno, operante per conto dell’Agenzia Europea Frontex. All’atto dell’intercetto, avvenuto nelle acque territoriali, è stata rinvenuta la presenza di un gommone di modeste dimensioni e scarsa galleggiabilità con a bordo otto migranti sedicenti tunisini.
Nelle vicinanze è stata immediatamente notata la presenza di una imbarcazione da pesca extracomunitaria, non impegnata in alcuna attività. Pertanto, è stata allertata la vedetta classe V.1100 della Sezione Operativa Navale di Porto Empedocle, anch’essa dislocata temporaneamente su Pantelleria, la quale si è diretta subito per indagare la situazione in corso. Durante le fasi di avvicinamento, il motopesca ha intrapreso una rotta in allontanamento, mostrandosi reticente al controllo da parte dei militari. Una volta fermata, i finanzieri di mare hanno notato totale assenza di pescato ed attrezzature totalmente “asciutte” ed inutilizzate. Questi elementi indizianti, uniti alle ottime condizioni di salute dei migranti intercettati, poco compatibile con chi affronta i cosiddetti “viaggi della speranza” via mare, e la precarietà del gommone ove viaggiavano, sicuramente non in grado, sia per caratteristiche che per autonomia, di affrontare una traversata così lunga, hanno indotto i militari a condurre l’unità extracomunitaria nel porto di Pantelleria per altri approfondimenti.
In carcere i tre membri dell’equipaggio
Le successive attività investigative poste in essere dai finanzieri di mare, tutte svolte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Marsala, si sono concretizzate nell’esecuzione della misura del fermo di indiziato di delitto nei confronti di tutti i componenti dell’equipaggio del peschereccio tunisino, i quali, sempre a mezzo di una unità navale del Corpo, sono stati trasferiti a Trapani per poi essere rinchiusi nel locale carcere.
In data 3 giugno scorso, il Giudice per le Indagini Preliminari dell Tribunale di Marsala, ritenendo solido il quadro probatorio a carico degli indagati, ha convalidato i fermi, confermando l’esigenza della custodia cautelare in carcere.
L’attività, svolta prima in mare e sviluppata successivamente a terra dalle fiamme gialle, oltre ad essere espressione del consolidato ruolo di Polizia del Mare attribuito alla Guardia di Finanza, dimostra l’instancabile impegno del personale del Corpo presente sull’isola, sia a salvaguardia della vita umana in mare che al contrasto delle attività criminali svolte dai trafficanti di migranti.