Antibiotici, fermenti lattici e osteoporosi

Antibiotici, fermenti lattici e osteoporosi

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Nino Rizzo

Assumendo antibiotici è proprio necessario associare fermenti lattici? (I.T.)

Gli antibiotici, pur se scelti con appropriatezza ed attenzione, hanno tutti uno spettro di attività maggiore rispetto a quello che servirebbe e finiscono quindi per agire non solo sul batterio agente infettivo in causa ma anche inevitabilmente sulla flora batterica del nostro organismo, soprattutto di quella saprofita a livello intestinale che convive con noi senza procurare effetti dannosi ma anzi addirittura svolgendo una azione benefica. Uno degli effetti favorevoli è la produzione di alcune vitamine che integrano quelle introdotte con la dieta. È chiaro che tale effetto dannoso degli antibiotici si realizza quando questi vengono assunti per periodi prolungati e a dosaggi elevati per patologie gravi ed impegnative. Nella comune pratica clinica con terapie antibiotiche assunte prevalentemente per via orale e con durate che in genere non superano i 7/10 giorni l’associazione con fermenti lattici o vitamine è completamente inutile e serve solo a complicare gli schemi posologici delle terapie oltrechè a determinare costi evitabili. Discorso diverso è quello invece che riguarda le diarree e nel caso si utilizzino antibiotici intestinali come la rifaximina i fermenti lattici possono essere associati avendo l’accortezza però di distanziarli di almeno 3/4 ore dall’antibiotico.

Potreste suggerirmi una dieta per l’osteoporosi? (R.A.)

La dieta per l’osteoporosi deve essere ricca di calcio e di vitamina D. La nostra dieta è però spesso povera di calcio: in media un adulto ne introduce circa 700/800 mg al dì quando il fabbisogno è di almeno 800/1000 mg al dì per raggiungere punte di 1200/15OO mg al dì in menopausa o in gravidanza. Per raggiungere questi quantitativi di calcio specie se si è affetti da osteoporosi bisogna privilegiare i seguenti alimenti: formaggi a lunga stagionatura(grana, emmenthal), formaggi a media stagionatura(taleggio, fontina, provolone), formaggi freschi(ricotta, mozzarella, robiola), pesce azzurro, rucola, mandorle, noci, nocciole, cavoli, rape, verze, broccoli, fagioli, gamberetti, latte e yogurt. In caso di intolleranza al lattosio è possibile usare latte delattosato o latte di soia addizionato di calcio. Per migliorare l’assorbimento di calcio vanno seguite poi alcune regole: non esagerare con le proteine(che fanno aumentare la perdita urinaria di calcio), non esagerare con gli alimenti integrali o ricchi di fibre, ridurre il consumo di sale, limitare i cibi ricchi di ossalati(spinaci, pomodori, prezzemolo, uva, fichi, prugne, cioccolato, caffè, the). Importante è poi il c.d. calcio da bere, cioè il calcio contenuto nell’acqua da bere: vanno preferite acque con contenuto di calcio superiore a 300 mg/l che paradossalmente, contrariamente a quanto si pensa comunemente, proteggono dalla formazione di calcoli renali.