CATANIA – “La vicenda che riguarda la Chinnici palesa l’incapacità di governo del segretario regionale del PD. Personalmente avevo espresso perplessità sulla candidatura alla presidenza regionale della Chinnici, sebbene l’abbia sostenuta con sofferenza alle primarie, ma quest’ultima fu imposta proprio dal segretario regionale che oggi deve fare i conti con le responsabilità politiche e umane delle proprie scelte“.
Commenta così Angelo Villari, circa l’inadeguatezza di Anthony Barbagallo.
“Sono state queste determinazioni che hanno, infatti, innescato la parabola che ha portato il pd siciliano a un risultato pessimo alle regionali, e ancor prima all’utilizzo strumentale della candidatura della Chinnici come foglia di fico per eliminare politicamente chi come me ed altri, in particolare Lupo e Bosco, hanno fondato questo partito“, prosegue.
Pertanto, “il predetto segretario, piuttosto che dichiarare il proprio disgusto in merito al passaggio della Chinnici a Forza Italia, punti il dito contro se stesso e liberi il partito da una gestione padronale e personalistica tutt’ora vigente che fin troppi dirigenti e attivisti in tutta la Sicilia mal sopportano“.
E ancora: “Io ne sono stato vittima attraverso una violenza sleale, inaudita ed ingiusta (premeditata?) che tanto danno ha prodotto al partito. Se c’è qualcosa di disgustoso in questa vicenda, quindi, sono proprio gli atti e le decisioni assunte dal segretario regionale del PD, che tradendo la storia di questo partito continua con la propria inadeguatezza ed incapacità a nuocere alla comunità democratica siciliana“.
“È tempo dunque di liberare il Partito Democratico da chi lo concepisce come uno strumento per appagare le proprie ambizioni, piuttosto che come una comunità plurale che sin dalle origini gli ha dato forza, colpendo chi con grande coerenza ha fondato e sostenuto il partito in questi lunghi anni“, sottolinea.
“È chiaro che quanto portato avanti dal segretario regionale è stato soltanto l’occasione per eliminare competitor interni scomodi che gli facevano ombra“, conclude.