DONNE E DIRITTI NEGATI: UN GRIDO DI RIVALSA

DONNE E DIRITTI NEGATI: UN GRIDO DI RIVALSA

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Dopo il ritorno del regime talebano nell’agosto 2021, le donne e le bambine afghane sono state completamente private di ogni diritto, prigioniere di un luogo in cui i valori della Dichiarazione universale dei diritti umani sono violati e calpestati. Eppure le donne non hanno mai smesso di alzare la voce scendendo per le strade a protestare contro uomini armati e crudeli, pronti a torturare ed uccidere in nome di un potere dittatoriale. Alcune di loro tentano di comunicare con ogni angolo del mondo tramite l’arte, portavoce di quello che ogni giorno soffrono.

Alcuni muri per le strade sono stati colorati da graffiti intrisi dei loro sogni e delle loro speranze, divenuti un vero e proprio inno alla libertà. Shamsia Hassani, docente di belle arti, è stata la prima artista di graffiti dell’Afghanistan. La protagonista di tutte le sue opere è una figura femminile forte ed orgogliosa, che trasmette determinazione e voglia di rivalsa. Questa figura viene spesso ritratta affiancata da uno strumento, che ne denota la profonda connessione con la musica. Fare musica è una necessità, ancora più importante in uno scenario in cui può essere l’unico mezzo per esprimersi e raccontare l’intento di riconquistare quella creatività di cui le donne e le ragazze afghane sono state private. Altra immagine simbolo della sua street art è un fiore bianco, che ha come sfondo una città completamente buia e smembrata della propria vitalità. Il fiore è simbolo di forza e speranza sempre presente nell’animo di queste splendide donne, nonostante il costante senso di solitudine. Shamsia Hassani non è però un caso isolato. Un’altra artista tenta di raccontare il dolore della guerra, vissuto alla tenera età di cinque anni. E’ Shiva Ahmadi, nota per i suoi dipinti complessi e profondi, frutto del legame con la terra natia: l’Iran. Alle sue figure femminili, delle quali non si scorge il viso, manca sempre un arto. Avvolte da sgargianti colori continuano a brillare, nonostante tutto, sopra grigi scenari di guerra. Inoltre, a causa del regime, in Iran come in Afghanistan, si impedisce l’istruzione femminile. E’ una violenza brutale alla quale i Paesi democratici come l’Italia non rimangono indifferenti. A Roma, tra il 9 ed il 10 Marzo, l’artista urbana Laika, sempre a fianco delle donne contro i regimi oppressivi, ha realizzato un meraviglioso murales: una ragazza con una maschera antigas che stringe tra le mani un manuale. Un’immagine semplice, ma diretta e d’impatto.

Le opere di queste tre splendide artiste portano le firme di tutte quelle donne che continuano a resistere, ricordandogli chi sono e cosa saranno sempre capaci di realizzare.

Giorgia Giuffrida 3Cc -Concetto Marchesi Mascalucia