Il tesoro dei proverbi siciliani: l’ultima parte di una finestra sulla saggezza antica e attuale

Il tesoro dei proverbi siciliani: l’ultima parte di una finestra sulla saggezza antica e attuale

ITALIA I proverbi più conosciuti in dialetto siciliano che presenteremo, in questa ultima parte, sono stati creati con l’intento di offrire un po’ di umorismo e di ironia sulle situazioni della vita quotidiana, mantenendo sempre il rispetto per la cultura e le tradizioni della Sicilia. Sono espressioni che si sono diffuse rapidamente in tutto il territorio siciliano, diventando popolari tra giovani e adulti. Essi rappresentano un modo creativo e divertente per esprimere pensieri e sentimenti, utilizzando una lingua che rimanda alla propria identità culturale. Tuttavia, è importante ricordare che questi proverbi devono essere utilizzati con saggezza e senza offendere nessuno, rispettando sempre i valori della convivenza civile e della tolleranza.

Miscellanea di proverbi più conosciuti

Non sempri arriri a muggheri do latru – La moglie del ladro, non sempre ride

Il proverbio suggerisce che, anche, se la moglie di un ladro potrebbe essere consapevole delle attività illegali del marito, non necessariamente ne trae beneficio o ne è felice. In particolare, questo detto sottolinea il fatto che le conseguenze delle azioni del marito potrebbero ricadere sulla moglie, causandole problemi e difficoltà. L’interpretazione del proverbio suggerisce che, anche se la moglie del ladro potrebbe trarre vantaggio dalle attività illecite del marito, come ad esempio benefici finanziari, questa situazione potrebbe essere temporanea. Se il ladro viene alla fine scoperto e punito, la moglie potrebbe trovarsi in una situazione difficile, dovendo affrontare le conseguenze delle azioni del marito, come ad esempio l’arresto, la perdita di proprietà o la reputazione danneggiata.

A vutti china e a mugghieri ‘mbriaca – Volere sia la botte piena, che la moglie ubriaca

Il proverbio esprime un’idea di avarizia e ingordigia che porta a volere sempre di più, senza rendersi conto delle conseguenze delle proprie azioni. Il significato suggerisce che, come il desiderio di avere una botte piena di vino e una moglie ubriaca, questa mentalità di volere sempre di più può portare a conseguenze negative. In particolare, il proverbio mette in guardia contro la scelta di voler soddisfare i propri desideri senza limiti, poiché questo atteggiamento può portare a problemi a lungo termine. Il proverbio ci invita quindi a essere cauti nella nostra sete di possesso e a non cercare di ottenere tutto ciò che desideriamo senza limiti, ma piuttosto a considerare le conseguenze delle nostre azioni e ad adottare un atteggiamento più moderato e saggio.

Nuddu si pigghia si un si rassumigghia – Nessuno si sceglie se non si somiglia 

Il proverbio suggerisce che le persone tendono a essere attratte da coloro che sono simili a loro, che condividono interessi, personalità, valori e tratti caratteriali comuni. In altre parole, ci si sceglie spesso amici o partner che somigliano a noi stessi in qualche modo. L’interpretazione del proverbio suggerisce che ciò avviene perché tendiamo a sentirci più a nostro agio con coloro che condividono il nostro modo di pensare, i nostri interessi e le nostre abitudini. In questo modo, possiamo costruire relazioni più significative e soddisfacenti, in cui ci sentiamo compresi e accettati. Tuttavia, il proverbio ci invita anche a riflettere sul fatto che la somiglianza tra le persone può essere anche negativa, se si tratta di tratti caratteriali o comportamenti negativi. Pertanto, dobbiamo essere consapevoli delle nostre tendenze di scegliere persone simili a noi e fare uno sforzo per allargare le nostre relazioni e le nostre esperienze, cercando di conoscere e apprezzare persone che sono diverse da noi.

Si voi a to maritu mortu, dacci cavuli ‘nt’Austu – Se vuoi vedere tuo marito morto, cucinagli cavoli ad agosto

Il proverbio ha un significato metaforico che suggerisce di evitare di compiere azioni che possano nuocere alle persone che amiamo. In particolare, il proverbio si riferisce al fatto che cucinare cavoli in estate può causare problemi di digestione e quindi, se una moglie desidera vedere il proprio marito morto, potrebbe cucinargli cavoli ad agosto, causandogli problemi di salute. L’interpretazione del proverbio suggerisce che la comprensione delle necessità e delle preferenze delle persone che amiamo è essenziale per costruire e mantenere relazioni sane e durature. Inoltre, il proverbio ci invita a prestare attenzione alle azioni che compiamo, poiché anche quelle che sembrano innocue possono avere conseguenze negative, se non prese in considerazione le necessità degli altri. Il proverbio ci invita quindi a essere attenti alle esigenze delle persone che amiamo e ad agire in modo appropriato per evitare di causare loro problemi o dolore.



Parenti da mugghieri sunnu ruci comu ‘u meli i parenti du maritu su scussuna ri cannitu
I parenti della moglie sono dolci come il miele. I parenti del marito sono serpenti di canneto

Il detto evidenzia una differenza di comportamento tra i parenti della moglie e quelli del marito. L’interpretazione del proverbio suggerisce che i parenti della moglie sono, generalmente, più amichevoli e gentili con il marito, mentre i parenti del marito possono essere più critici e severi nei confronti della moglie. Si mette in evidenza la difficoltà che spesso le donne possono incontrare nell’essere accettate dalla famiglia del marito e di adattarsi alle loro aspettative. Inoltre, il proverbio potrebbe anche suggerire che i parenti della moglie, essendo per lo più femminili, hanno maggiori affinità con la sposa, mentre i parenti del marito, essendo per lo più maschili, possono essere più propensi a proteggere il proprio familiare maschile e quindi meno inclini a mostrare gentilezza alla moglie. In ogni caso, il proverbio ci invita a riflettere sulla complessità delle relazioni familiari e sull’importanza di essere consapevoli delle aspettative e delle dinamiche in gioco quando si entra a far parte di una nuova famiglia attraverso il matrimonio.

Cu mangia fa muddichi Chi mangia fa briciole

Il proverbio rappresenta un modo figurativo per suggerire che quando si agisce o si lavora, si generano sempre delle conseguenze o dei residui, anche se non sono immediatamente visibili o importanti. Suggerisce, altresì, che ogni volta che si compie un’azione, si generano inevitabilmente effetti collaterali o conseguenze, anche se piccoli o insignificanti. Anche, quando, si mangia, si generano briciole che possono sembrare insignificanti ma che possono creare disordine. In senso più ampio, il proverbio suggerisce che ogni azione o decisione che prendiamo ha un impatto sul nostro ambiente e sulla società in cui viviamo, anche se non sempre lo percepiamo immediatamente. Pertanto, il proverbio ci invita ad essere attenti e consapevoli delle nostre azioni e delle loro conseguenze, anche se sembrano piccole o insignificanti. Esiste un’altra interpretazione che vuole dare una connotazione diversa dalla precedente interpretazione ossia che chi si sacrifica, anche, nel cibo per arrivare ai suoi scopi in segreto, magari a discapito di qualcuno, viene sempre scoperto in quanto ci si lascia dietro sempre una traccia.

A matinata fa a iurnata La mattinata fa la giornata

Il detto popolare si rivolge ai dormiglioni che, al mattino, faticano ad alzarsi e procrastinano il momento di alzarsi dal letto. Questo proverbio fa notare loro che è proprio la mattina a rendere produttiva l’intera giornata, grazie alla luce e al calore del sole e alla freschezza di forza ed energia che si ha al risveglio. Anche in italiano esiste un proverbio simile, “Il mattino ha l’oro in bocca“, che sottolinea l’importanza del mattino per qualsiasi attività lavorativa o di studio. Sebbene sia difficile non condividere questo proverbio, è vero che a volte, soprattutto durante i giorni festivi, il desiderio di poltrire a letto senza limiti di orario può essere irresistibile. Tuttavia, questo non cambia il fatto che la mattina sia un momento importante per iniziare la giornata nel modo migliore e renderla produttiva.

U lupu di mala cuscenza comu opera penza Il lupo di cattiva coscienza come opera pensa

Nel mondo dei proverbi e delle favole, gli animali sono spesso utilizzati come personificazioni dei vizi e dei difetti dell’uomo. Ad esempio, il lupo, animale noto per la sua natura infida e malvagia, rappresenta un tratto di personalità che porta le persone a pensare che gli altri agiscano male come loro stessi fanno. In questo modo, il lupo rappresenta la mancanza di fiducia e la tendenza a giudicare gli altri con il proprio metro di giudizio. Questa caratteristica negativa dell’uomo è rappresentata in modo efficace e suggestivo attraverso la figura del lupo, che diventa un simbolo potente per comprendere il nostro comportamento nei confronti degli altri. In sostanza, il proverbio ci ricorda che spesso giudichiamo gli altri in base a come pensiamo di essere noi stessi. Ciò significa che siamo portati a vedere gli altri attraverso la nostra lente di giudizio, e che questa visione può essere distorta e poco realistica. La metafora del lupo ci aiuta a comprendere questo concetto in modo più immediato ed efficace, dando vita ad una storiella che ci invita a riflettere sul nostro comportamento e sulla nostra visione del mondo.

U rispettu è misuratu, cu ni porta n’avi purtatu Il rispetto è misurato, chi ne porta ne riceve

Il proverbio significa che il rispetto è una virtù che deve essere mostrata agli altri per poter essere ricevuta in cambio. Ciò significa che se si desidera essere rispettati, bisogna prima rispettare gli altri, in quanto il rispetto è un’azione che si diffonde e si propaga. Se si agisce con rispetto verso gli altri, si creerà un ambiente in cui la gentilezza e la cortesia sono la norma, e gli altri risponderanno con altrettanto rispetto. Al contrario, se si agisce con mancanza di rispetto, gli altri risponderanno in natura e il risultato sarà un ambiente ostile e poco piacevole.

Stu santu è di marmuru e non sura Questo santo è di marmo e non suda

Il detto siciliano, anche noto per essere presente nel famoso stornello folkloristico “Ciuri ciuri” (Fiore, fiore), rappresenta una metafora vivace per descrivere una persona fredda e distaccata, che non prova o non manifesta emozioni forti. Proprio come una statua di marmo, anche se fosse quella di un santo, non può sudare a causa di stimoli emotivi, allo stesso modo un individuo che appare duro e insensibile, risponderà a chi cerca di commuoverlo con l’espressione: “Tempu pessu: Stu santu è di marmuru e non sura!”.

Ciò significa che è inutile tentare di intenerirlo o di fargli provare emozioni poiché sembra essere incapace di farlo. In altre parole, il consiglio è di lasciar perdere e di non perdere tempo a cercare di convincerlo. In conclusione, questo detto siciliano ci ricorda che, in alcuni casi, ci sono persone che sono difficili da raggiungere emotivamente e che non valgono la pena di sforzarsi per loro. Meglio accettare la loro natura e concentrarsi sulle relazioni con persone più aperte ed emotivamente disponibili.