AGRIGENTO – Giuseppe Grassonelli, noto come “Malerba“, capo della Stidda di Porto Empedocle e detenuto al 41 bis nel carcere di Opera a Milano, ha ottenuto un permesso premio di 12 ore dopo 31 anni di detenzione. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Sicilia e ha generato diverse reazioni e polemiche.
Grassonelli è attualmente detenuto in regime di 41 bis, il regime carcerario più duro in Italia, riservato ai detenuti ritenuti più pericolosi e con legami con la criminalità organizzata. Il regime prevede l’isolamento totale dal mondo esterno, la limitazione delle visite e delle comunicazioni, la sorveglianza continua e l’impossibilità di partecipare ad attività di formazione o di lavoro.
La concessione del permesso premio a Grassonelli è stata motivata dal suo percorso carcerario e dal suo impegno nello studio e nella formazione. Nel 2022, infatti, ha conseguito la laurea in filosofia e ha preso le distanze dal suo passato criminale. Il tribunale di Milano ha ritenuto che il detenuto abbia compiuto un “completo e radicale distacco dalle vicende e contesto criminale” e che la concessione del permesso premio sia un passo “basilare e utile in un’ottica di risocializzazione“.
La concessione dei permessi premio è prevista dalla legge italiana e ha lo scopo di favorire il reinserimento sociale dei detenuti. I permessi possono essere concessi in base alla durata della pena e alla condotta del detenuto. Il permesso premio è un’uscita temporanea dal carcere che può durare dalle 12 alle 72 ore e può essere concesso per motivi di studio, di lavoro, di cura o di famiglia.
I detenuti al 41 bis, però, hanno accesso limitato ai permessi premio a causa delle misure di sicurezza adottate. I permessi possono essere concessi solo in casi eccezionali e solo dopo un’attenta valutazione della situazione di rischio. Inoltre, i detenuti al 41 bis non possono usufruire del permesso premio per motivi di lavoro o di studio, ma solo per motivi di cura o familiari.
La concessione del permesso premio a Grassonelli ha quindi sollevato polemiche e critiche da parte di alcuni esponenti politici e di alcune associazioni di vittime della mafia. Secondo loro, la concessione del permesso premio a un detenuto considerato pericoloso e con un passato criminale così grave rappresenta una mancanza di rispetto per le vittime e per le loro famiglie.
Altri, invece, hanno sottolineato l’importanza del percorso di reinserimento sociale dei detenuti e della possibilità di redenzione. La concessione del permesso premio a un detenuto che ha dimostrato di voler cambiare e di prendere le distanze dal suo passato criminale rappresenta, secondo loro, un passo importante nella giusta direzione.