RAGUSA – Ieri, i carabinieri della Stazione di Ragusa Ibla, su decreto emesso dal GIP del tribunale di Ragusa, hanno dato esecuzione al sequestro preventivo di 3200 euro nei confronti di una 44enne ragusana.
La misura cautelare reale è stata disposta dall’autorità giudiziaria concordando con le risultanze investigative dei carabinieri.
Quest’ultimi, a conclusone di complessa attività di indagine terminata lo scorso ottobre, avevano denunciato in stato di libertà quattro ragusani per indebita percezione del Reddito di cittadinanza e truffa aggravata.
Tra i denunciati, la 44enne aveva eluso il sistema dichiarando una residenza anagrafica fittizia, figurando come se vivesse da sola, nonostante invece, convivesse con la madre anziana.
Avrebbe così abbattuto l’indicatore della situazione economica equivalente in maniera tale da accedere al sussidio.
I militari hanno recuperato l’intera somma percepita indebitamente e hanno posto sotto sequestro anche la carta del Reddito di cittadinanza in uso all’indagata.
Furbetti del Reddito di Cittadinanza, denunciate 117 persone
Il Reddito di Cittadinanza fa gola a molti, ma è anche vero che si tratta di un sussidio stra-abusato. Tante sono state le denunce per uso indebito e per truffa. Un esempio, 117 denunce nel Palermitano.
I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Termini Imerese 117 persone per truffa ai danni dello Stato legata all’ottenimento del Reddito di Cittadinanza.
I controlli posti in essere dall’Arma dei Carabinieri hanno consentito di documentare, mediante un accurato percorso di analisi info-investigativa per il periodo compreso tra novembre 2020 e maggio 2022, l’indebita percezione del Reddito di Cittadinanza da parte di beneficiari, tutti residenti nel comune di Cefalù e in quelli limitrofi delle Madonie, i quali non erano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente.
Tra i destinatari del Reddito di Cittadinanza, è stata documentata la presenza di alcuni piccoli imprenditori, e di alcuni pregiudicati per associazione di tipo mafioso.
Nella maggior parte dei casi la causa dell’illegittima fruizione del sussidio è dovuta alla mancanza del requisito della residenza.
Il danno stimato all’erario è di circa 1 milione e mezzo di euro. I denunciati sono stati altresì segnalati all’INPS per la revoca del beneficio, sulla scorta di quanto documentato nelle indagini.