BAGHERIA – Da tutta la Sicilia per la marcia antimafia Bagheria–Casteldaccia sono state registrate settanta adesioni, è stata organizzata dal Centro Pio La Torre e si terrà domani in occasione del quarantesimo anniversario della prima manifestazione.
Tra i partecipanti ci saranno scuole di ogni ordine e grado, amministrazioni pubbliche, enti e associazioni, università, associazioni antimafia, la diocesi di Palermo, le chiese locali, le associazioni cattoliche, i sindacati confederali e le forze dell’ordine.
La marcia ripercorrerà la strada dei Valloni che quarant’anni fa era la via di fuga dei killer di centinaia di assassini nel “triangolo della morte” e ora intitolata “Via della marcia antimafia 26 febbraio 1983”.
Il raduno è previsto alle ore 8,30 con partenza alle ore 9 in via Diego D‘Amico 30 a Bagheria – dalla Scuola Carducci -, il percorso continuerà per via Papa Giovanni XXIII direzione via De Spuches, proseguirà per via De Spuches per poi imboccare la Strada provinciale 88 fino ad arrivare a Casteldaccia. Da qui si proseguirà da via Pedone, via San Giuseppe, via Roma per concludere su piazza Matrice dove è stato allestito il palco.
Tutti i partecipanti marceranno insieme per dire “no“ alla mafia lungo la Strada dei Valloni, precedentemente utilizzata come via di fuga dai latitanti e dai killer mafiosi, secondo gli investigatori.
La marcia contro la mafia a Campobello di Mazara
Questo anno una manifestazione contro la mafia è stata organizzata anche a Campobello di Mazara dopo l’arresto del boss Matteo Messina Denaro. È stata organizzata dalle amministrazioni comunali di Campobello di Mazara e Castelvetrano per dire “no” alla mafia.
“La Sicilia è nostra e non di Cosa nostra” è stato il titolo della manifestazione a cui hanno partecipato cittadini, studenti e amministratori pubblici che hanno sfilato in corteo. In testa al corteo c’erano i primi cittadini della provincia, il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella, e il vescovo emerito, monsignor Domenico Mogavero.
Il corteo si è concluso con il lancio simbolico di una lanterna cinese, che rappresentava la “rinascita di un territorio e di un’intera Isola“. È stato il sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione, ad accendere la lanterna in vicolo San Vito, a pochi passi dall’ultimo covo di Matteo Messina Denaro.
Inoltre, il primo cittadino ha sottolineato che la lanterna è stata accesa “per la rinascita di questo territorio, in memoria delle vittime e in nome della società civile che vuole vivere nel rispetto della legalità“, l’accensione è stata accolta da un lungo applauso, insieme a un messaggio di sostegno alle forze dell’ordine e allo Stato.
Foto di repertorio