SIENA – Il monastero “Maria Tempio dello Spirito Santo” di Pienza è stato “commissariato” dal Vaticano con l’accusa di essere “troppo social”, grazie alla promozione dei suoi mercatini e dell’ospitalità ai pellegrini attraverso i moderni mezzi di comunicazione.
Tuttavia, la madre superiora Diletta, ex maresciallo delle guardie forestali nelle Marche, non intende lasciare il proprio incarico, e le sue suore la sostengono.
Le 13 monache sono arrivate a Pienza nel 2017, spostate dall’Umbria a causa di problemi di stabilità nel loro monastero a seguito del terremoto.
Le richieste di un cambio alla guida del convento sarebbero legate alle attività delle suore, segnalate mesi fa alla diocesi dal sindaco di Pienza Manolo Garosi, tra cui i mercatini dove venivano venduti candele, gadget e prodotti alimentari.
Nonostante il regime di clausura, le suore hanno creato un sito web e una pagina Facebook del monastero, attraverso i quali hanno aperto l’ospitalità ai pellegrini.
Nel 2019 è stato pubblicato un invito tramite i social rivolto alle giovani “dai 18 ai 38 anni” per “vivere un’esperienza nuova e condividere la nostra vita quotidiana“, il tutto “a costo zero: penseremo a tutto noi“.
Il decreto di sostituzione della madre superiora è stato emesso il 13 febbraio dal dicastero vaticano per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Un rappresentante della Chiesa è stato mandato nella regione della Val d’Orcia per ispezionare l’attività delle suore monache.
La diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, che continua a sostenere la presenza dell’istituzione religiosa, sottolinea che tutto deve avvenire in obbedienza alle leggi civili e alle disposizioni canoniche e nell’accoglienza delle disposizioni della Santa Sede.
Al momento, non sembra che le disposizioni dei decreti della Santa Sede siano state eseguite.
La diocesi si augura che presto si possa trovare un accordo, mentre avverte che non sono autorizzate raccolte di denaro da inviare a conti del monastero o intestati a persone fisiche.
LE REGOLE DEI CONVENTI DI CLAUSURA
La clausura è una forma di vita religiosa che prevede l’isolamento dal mondo esterno e la separazione da tutte le cose che non sono strettamente necessarie alla vita contemplativa.
Questo stile di vita è scelto da molte comunità di religiose in tutto il mondo e richiede un forte impegno a mantenere un atteggiamento di preghiera e contemplazione costanti.
Le regole di clausura sono rigorose e mirano a preservare la vita contemplativa delle religiose. Le suore che vivono in clausura hanno pochi contatti con il mondo esterno e le loro interazioni sono strettamente regolate.
La clausura prevede che le suore si dedichino esclusivamente alla preghiera, alla meditazione e al lavoro manuale all’interno del convento.
Le suore che hanno scelto la vita di clausura sono tenute a osservare una serie di regole rigide:
- non possono lasciare il convento senza una valida ragione, come ad esempio una malattia o un evento familiare importante;
- non possono usare telefoni cellulari o altri dispositivi elettronici che possano interrompere la loro vita contemplativa. Le visite sono limitate ai familiari stretti e ai membri della comunità religiosa;
- non possono partecipare a eventi pubblici, come concerti, spettacoli teatrali o manifestazioni politiche;
- non possono neanche accedere ai social network o utilizzare Internet se non per motivi di studio o lavoro all’interno del convento.
Le regole di clausura sono diverse da comunità a comunità, ma l’obiettivo principale è sempre lo stesso: preservare la vita contemplativa delle suore.
La clausura rappresenta una scelta difficile e impegnativa, ma per molte donne è un modo per approfondire la loro relazione con Dio e trovare la pace interiore.