SICILIA – “Non è più il tempo“. Non lascia spazio ad interpretazioni e risponde a chi ipotizza eventuali candidature, il commissario regionale della Dc in Sicilia, Totò Cuffaro.
“Ringrazio sinceramente tutti coloro che in queste ore, per affetto o convinzione, stanno evocando ipotesi di un mio ritorno all’impegno diretto nelle competizioni elettorali ma sul punto desidero essere estremamente chiaro e risoluto: non ci sarà nessuna candidatura“.
La pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici è estinta. Infatti, l’ex Governatore della Sicilia, condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, ha ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Palermo la completa riabilitazione. Con il pronunciamento dei giudici dunque non ci sarebbero ostacoli ad un nuovo impegno politico come candidato ma in una nota Cuffaro ribadisce che non è più il momento per questa eventualità.
“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia – sottolinea – amo questa terra e la politica. So di aver commesso molti errori e per i quali ho pagato un prezzo altissimo. Penso con commozione ai volti di mio padre e di mia madre, a mia moglie e ai miei figli, a mio nipote, così come ai miei insegnanti ed ai tanti incontri che di questa passione sono stati all’origine e credo davvero che il modo migliore per onorarli non sia affatto quello di immaginare nuove candidature che pure la legge oggi mi consentirebbe. A prescindere dalla riabilitazione, di cui oggi gioisco – aggiunge – l’impegno diretto nelle Istituzioni, per le quali sono sempre stato educato a nutrire profondo rispetto, presuppone, infatti, vicende personali assai meno tormentate di quelle che la vita mi ha riservato. Ho consapevolezza del peso della mia sentenza“.
La mancata candidatura non significa lontananza dalla scena politica, anzi, nella nota, l’ex presidente della Regione Sicilia sottolinea: “Ciò che invece c’è e continuerà ad esserci, anche in futuro è il mio appassionato e tenace contributo affinché, al di fuori di qualsiasi velleitaria quanto improponibile visione nostalgica, l’impegno a servizio del bene comune delle donne e dei giovani siciliani attualmente coinvolti della Democrazia Cristiana possa costituire l’avvio di una più ampia e condivisa esperienza politica, riconoscibile a livello nazionale, da condurre sulla base dei principi propri dalla Dottrina sociale cristiana che non cessa di mostrare la sua straordinaria e pragmatica attualità per fronteggiare le tante sfide che l’attuale contesto interno e internazionale pone all’intero Paese”.
Vicenda giudiziaria
Salvatore Cuffaro è stato presidente della Regione Siciliana dal 2001 al 2008. Nel 2008 è stato condannato per favoreggiamento aggravato nei confronti del boss della mafia Vincenzo Virga e nel 2010 è stato condannato in appello per concorso esterno in associazione mafiosa.
La sua vicenda giudiziaria ha avuto inizio nel 2006, quando è stato arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e di corruzione. Nel 2008 è stato condannato in primo grado per favoreggiamento aggravato nei confronti di Vincenzo Virga, un boss della mafia, ma è stato assolto dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e di corruzione.
Tuttavia, nel 2010, la Corte d’Appello di Palermo ha riconosciuto Cuffaro colpevole anche dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e ha aumentato la sua pena a 7 anni di reclusione. Nel 2014, la Cassazione ha confermato la condanna a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Cuffaro ha sempre sostenuto la sua innocenza e ha presentato numerosi ricorsi, ma le sue condanne sono state confermate in tutte le fasi del processo. Ha scontato la sua pena in diversi istituti di detenzione, tra cui il carcere di Rebibbia a Roma, e nel 2017 è stato rilasciato in regime di semilibertà.