PALERMO – Sono ore di tensione e incertezza, un susseguirsi di presunte intercettazioni e smentite, autosospensioni e indignazione popolare. Tutto è nato dalle intercettazioni pubblicate dall’Espresso in cui si riportavano le parole del dott. Tutino, se confermate, di una gravità sconvolgente: “La Borsellino va fatta fuori, come suo padre” e l’ancor più grave silenzio dell’altro interlocutore, il presidente Crocetta, che dell’Antimafia, con la A maiuscola, si era fatto negli anni portavoce. Sono seguite decise prese di posizione da tutte le parti politiche siciliane e nazionali, chi chiedendo le immediate dimissioni, chi un commissariamento, chi porgeva la propria solidarietà alla Borsellino.
Pronte sono arrivate le smentite dalla Procura di Palermo: “Con riferimento a notizie diffuse nella giornata di oggi, secondo lo quali nel corso di una telefonata intercettata tra il Presidente della Regione Rosario Crocetta e il dott. Matteo Tutino quest’ultimo avrebbe affermato che la dott.ssa Lucia Borsellino ‘va fatta fuori come suo padre’, ritengo necessario precisare che agli atti di quest’ufficio – ed in particolare nell’ambito del procedimento n. 7399- 2013-21 (nel quale è stata emessa ordinanza di arresti domiciliari nei confronti del Tutino) – non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato”. Così scrive il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi in una nota dopo le polemiche sulla presunta conversazione tra Crocetta e Tutino. “Analogamente, – prosegue – i carabinieri del Nas, che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento, hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino”.
L’Espresso continua comunque a ribadire la propria posizione: l‘intercettazione c’è ed è secretata – si legge in una nota – risale al 2013 e fa parte di uno dei filoni d’indagine su Villa Sofia.
Poco prima della conferenza indetta dal segretario del Pd Fausto Raciti, arriva la seconda smentita del procuratore Lo Voi: “Ribadisco quanto contenuto nel comunicato stampa di ieri, 16 luglio. L’intercettazione tra il dottor Tutino e il presidente Crocetta, di cui riferisce la stampa, non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas“.
Il segretario del Pd Fausto Raciti ha affermato in conferenza stampa: “Credo che sia compito del Pd prendere atto delle parole, delle reiterate smentite del procuratore Lo Voi al quale rivolgo un grazie per l’alto senso delle istituzioni, e farne un punto di partenza per separare in maniera netta le vicende amministrative e le vicende di carattere giudiziario”.
“Il Pd siciliano ha fatto bene a mantenere una linea di prudenza rispetto a questa vicenda. Spetterà al presidente della Regione valutare su eventuali esposti non certo al Pd. La nostra posizione è quella di tenere la discussione sul terreno politico e non affidandoci a presunte intercettazioni, più volte smentite dal Procuratore. Dopo le dimissioni di Lucia Borsellino, da sempre sostenuta dal Pd regionale, avevamo chiesto alla presidenza della Regione una risposta positiva sulla nomina di un assessore capace di reggere un peso così gravoso come quello della sanità siciliana. Questa risposta c’è stata e quindi, non basandoci su presunte intercettazioni che, di fatto, non esistono, continuiamo il nostro lavoro di confronto nell’ambito politico”. Queste le chiare parole di Enzo Napoli, segretario provinciale del Pd di Catania.
Se queste intercettazioni non esistono, restano tutte le accuse fatte al Presidente Crocetta in queste ultime ore. Chi risarcirà Crocetta dalle infamie scagliate contro di lui nelle ultime ore, specialmente nei social media? Le smentite del Procuratore sono chiarissime e quindi si domanda Beppe Lumia: “E adesso chi risarcirà il presidente Crocetta? Chi risarcirà il popolo siciliano che credeva, al di là della critica politica, in una persona onesta e pulita? Il danno – aggiunge – è inestimabile. La reazione deve essere senza precedenti. Per poco non si uccideva una persona senza che il fatto fosse vero. È evidente che qualcosa non funziona. Bisogna chiedere scusa e affrontare questo nodo che rischia di strozzare la nostra democrazia“.