Premio Nobel per la letteratura nel 2017, Kazuo Ishiguro scrittore giapponese naturalizzato britannico, torna in libreria con il romanzo “Klara e il sole“. Pubblicato per la prima volta a marzo del 2021, l’opera costituisce l’ottavo romanzo dell’ autorevole firma poco prolifica dell’autore.
Klara non è una ragazza, Klara non è una donna.
Il nome che richiama purezza e trasparenza è quello di un robot in movimento grazie a un’intelligenza artificiale programmata per simulare il comportamento umano.
Come soggetto innovativo della tecnologia informatica, la creatura fedele alle sembianze umane riproduce ad ampio raggio le capacità quali il ragionamento, l’acquisizione di una memoria visiva e non solo, l’abilità cognitiva applicando le informazioni ricevute in tutti i settori del “sistema uomo”.
Klara è l’Amico Artificiale di Josie, una ragazzina vivace e fragile a causa del male entrato nella sua vita con la furia di un veleno mortale. L’androide e l’umana condividono un’affinità anomala per differente culla d’origine, eppure insieme coinvolgono un centro fattivo di esperienze e nobili sentimenti di solidarietà.
Nella unicità dei rapporti, l’ascolto diventa l’anello della catena che sigilla per sempre il vissuto in comunione, non è assurdo sostenere l’origine umana di elementi con anima sprovvista, è assurdo ignorare le scorciatoie della luce proiettata dal cielo.
E così Klara, forte del suo alimento naturale, il Sole, si prende cura di Josie rispettando le sue debolezze. Dà e riceve come un umano non sa fare, Klara ordina alla sua energia di moltiplicarsi sulla pelle dell’ amica sulle impronte di una coperta miracolosa.
Ma Klara non ha cuore, quale amore potrà donare?
“Siamo due sentimentali. E più forte di noi. La nostra generazione si trascina appresso sentimenti del passato. Una parte di noi si rifiuta di lasciarli andare. La parte che si ostina a voler credere che ci sia qualcosa di inaccessibile dentro ognuno di noi. Qualcosa di unico e non trasferibile. Ma non esiste niente di simile, e ora lo sappiamo”.
La comprensione traccia la strada della tenerezza, l’unica che conosce la meta del viaggio. E se nella mappa ci sarà da codificare un algoritmo, quale mezzo sarà impiegato non importa, DARE saprà farsi DONO di calore umano a dispetto del freddo circuito di una scheda elettronica.
Un astratto “nonostante” si ripete nel romanzo concreto. Una vetrina di affetti circonda il respiro nonostante manchino gli organi dotati della competenza esclusiva. Klara domina senza l’aiuto di un battito perché vuole, perché l’indifferenza manderebbe in tilt tutte le sinapsi che non ha.
“Tu credi al cuore umano? Non intendo semplicemente l’organo, è ovvio. Parlo in senso poetico. Il cuore umano. Tu credi che esista? Qualcosa che rende ciascuno di noi unico e straordinario? E mettiamo che esista. Se è così, non credi che per imparare Josie davvero non dovresti studiare soltanto i suoi modi ma anche quello che sta dentro di lei profondamente? Non dovresti imparare il suo cuore?”.
Kazuo Ishiguro dà lezioni di futuro al compito assegnato ad ogni allievo del pianeta: sedersi accanto alla debolezza caduta nella rete della malattia per marcare l’appartenenza all’umanità nonostante il malore che, anziché curare, ha sempre graffiato a sangue Sorella Terra.