CATANIA – L’emergenza Pubbliservizi, con le ripercussioni sociali, finanziarie, strutturali sulla città di Catania, è stato l’argomento al centro della seduta straordinaria del Consiglio comunale che si è svolta questa mattina nel Palazzo degli Elefanti.
L’Assemblea è stata convocata dal presidente Sebastiano Anastasi su richiesta del consigliere Graziano Bonaccorsi e di diversi altri componenti del civico consesso.
Sono intervenuti il commissario straordinario del Comune di Catania, Federico Portoghese, che ha presentato una specifica relazione, e il presidente del CdA di Pubbliservizi- società in house della Città metropolitana, Giuseppe Molino.
In apertura di seduta, il consigliere Bonaccorsi ha fatto un excursus sulla Pubbliservizi, a cominciare dalla sua costituzione per arrivare alle ultime vicende con la gestione commissariale e infine il fallimento, e ha inoltre espresso la volontà comune da parte dell’Assemblea cittadina di chiedere interventi perché si possano trovare in tempi brevi valide soluzioni per garantire i livelli occupazionali.
“La dichiarazione di fallimento della Pubbliservizi – ha evidenziato Bonaccorsi – ha determinato, oltre al dramma sociale per 350 dipendenti e per le loro famiglie, uno stato generale di agitazione e malumore che tende ad accentuarsi per l’assenza di soluzioni al problema occupazionale, anche se uno spiraglio sembra aprirsi con il reclamo avverso la sezione del tribunale civile”.
Nel corso dell’incontro hanno preso la parola sul tema, con diverse argomentazioni, i consiglieri Alessandro Campisi, Lanfranco Zappalà, Daniele Bottino, Orazio Grasso, Salvo Di Salvo, Paola Parisi, Luca Sangiorgio, Lidia Adorno, Sara Pettinato, rimarcando l’urgenza di salvaguardare i livelli occupazionali.
“I lavoratori – ha affermato il commissario Portoghese – sono tutelati per legge, ci sono procedure prefettizie per i livelli sociali, con assunzioni del personale che ha perso il lavoro. E riguardo agli stipendi posso dire che non mi sono stati segnalati problemi per i pagamenti“.
“Io ho preso in mano la situazione – ha continuato Portoghese – il 9 febbraio di quest’anno e ho dovuto allineare tutti i documenti, cosa che non era mai stata fatta né dal Mise né dal CdA, ai quali spetta la procedura concordataria, in quanto noi siamo proprietari. Ho dovuto correggere i dati, ho legittimato i 5 milioni per la ricostruzione aziendale“.
E ancora: “Il CdA si opporrà alla sentenza, si andrà in appello. Ci saranno due fasi, una relativa ai curatori e alla sostenibilità finanziaria, l’altra relativa a una proroga tecnica all’ente, o per nuovi capitolati o per nuova procedura. In questo frangente può inserirsi l’assorbimento dei livelli sociali”.
“Ritengo non esaustiva la risposta in aula del Commissario che avrebbe dovuto già interloquire con tutti gli organi di competenza. Il commissario avrebbe dovuto dare un minimo di speranza ai lavoratori e invece, al momento, l’unica speranza è che venga accolto il reclamo presentato dal Cda. Peraltro rimango stranito dal fatto che il commissario pensi già ai contratti di solidarietà e alla procedura di affidamento ad una impresa privata che possa subentrare alla Pubbliservizi”. Così commenta dopo la seduta il consigliere comunale dell’Mpa Salvo Di Salvo
“Non possiamo far ricadere su 400 lavoratori le nefaste conseguenze di una annosa ‘mala gestio’, durante la quale la politica ha abdicato al ruolo di controllore. Bisogna trovare una soluzione per garantire una continuità occupazionale a tutti i dipendenti. Il gruppo Mpa in Consiglio Comunale, proprio per questo chiede di adottare ogni misura necessaria a presentare reclamo alla dichiarazione di fallimento e di fornire una relazione scritta sulle cause che hanno portato al fallimento. In questo senso vigileremo che tutto ciò avvenga”.
Così ha dichiarato il consigliere comunale del Mpa Alessandro Campisi.
“La drammatica crisi della Pubbliservizi non può essere interpretata solo ed esclusivamente alla luce di meri adempimenti amministrativi o giudiziari, senza tenere in considerazione i gravi risvolti che la stessa vicenda può avere in termini sociali, occupazionali ed economici in un territorio già particolarmente fragile come il nostro. Ritengo giusto individuare le responsabilità che hanno portato la quarta sezione del tribunale civile di Catania a rigettare l’istanza di ‘omologazione di concordato’, senza dimenticare però che non è possibile che siano sempre i lavoratori a pagare il prezzo più alto”.
Queste le parole del consigliere comunale Mpa Orazio Grasso.