L’elefante in piazza Duomo a Catania

L’elefante in piazza Duomo a Catania

franz_cannizzo

CATANIA – Una stranezza che riguarda l’Elefante di Catania: il suo nome. Nessuno a Catania lo chiama “Elefante”, perchè tutti lo chiamano “Liotru”. 

Da dove deriva questa insolita denominazione adoperata solo a Catania? Deriva dal nome Eliodoro (significa “dono del sole”), colto Catanese vissuto nel periodo bizantino, nell’VIII secolo, che avrebbe voluto essere nominato Vescovo.

Senonchè fu nominato il ravennate Leone II, detto il Taumaturgo (e poi fu santificato), che fu Vescovo di Catania per vent’anni, dal 765 al 785. Eliodoro ci rimase male e servendosi della sua straordinaria cultura e dei suoi poteri soprannaturali, incominciò a turbare le funzioni sacre, distraendo il popolo e facendolo accorrere ai suoi prodigi, tra cui quello di saltare in groppa all’Elefante, che è di pietra lavica e serviva da talismano contro le eruzioni laviche dell’Etna. Oltre a farlo camminare lo faceva perfino correre, entusiasmando il popolo, che ribattezzò il pachiderma come il “cavallo di Eliodoro”, che in dialetto divenne “«u cavaddu di Liotru»”. 



Leone II sopportò tredici anni le provocazioni e le stranezze di Liotru, poi, nel 778, lo sfidò ad una “ordalia”, cioè ad un giudizio di Dio. La sfida prevedeva che i due passassero insieme su un sentiero di carboni accesi e chi dei due avesse percorso indenne tutto il sentiero fiammeggiante sarebbe stato il Vescovo di Catania.

Liotru capì che non ce l’avrebbe fatta e rifiutò. Allora San Leone, acceso da sacro sdegno, lo prese con una stola e lo trasportò sui carboni accesi, trasformandolo in un mucchio di cenere. Il popolo tornò all’ovile e il nome Liotru rimase ad indicare l’Elefante, che scorgiamo in questa carrellata di stampe e foto, che vanno dal 1835 alla fine degli anni ’80 del Novecento.