MONDO – “La Polonia poteva dire ‘immediatamente’ che il missile caduto sul suo territorio non era stato lanciato dalla Russia“. Così il portavoce del Cremlino, Peskov.
I frammenti erano di un missile di difesa S-300 e “gli specialisti avrebbero capito che non era collegato a noi“.
L’ambasciatore polacco è stato convocato presso il ministero russo degli Esteri. Lo riferiscono fonti diplomatiche citate dalla Tass.
“Siamo in contatto diretto con i nostri alleati della Nato. Sottolineo: non abbiamo prove precise che ci permettano di concludere che si è trattato di un attacco alla Polonia“, afferma il presidente polacco Andrzej Duda come riportato nell’account Twitter della presidenza polacca.
Il missile è stato “probabilmente un incidente sfortunato“, ha aggiunto Duda.
Il missile caduto in Polonia proveniva dall’Ucraina, secondo la Nato. La Polonia – a quanto si apprende – non ha per ora invocato l’articolo 4 della Nato.
L’articolo 4 del trattato di Washington prevede che “le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle Parti siano minacciate“.
Biden ha sostenuto che è “improbabile” che il missile sia partito dalla Russia: “Questo è dovuto all’analisi della traiettoria ma non voglio dire che si sia già completata una vera indagine sull’accaduto“.
Secondo l’ex presidente russo Medvedev, le accuse a Mosca provano che “con la guerra ibrida l’Occidente si avvicina a una guerra mondiale“.
Il ministero della Difesa russa ha negato subito che il missile fosse loro: “È una provocazione“.