AGRIGENTO – Sono ore ormai che vigili del fuoco e autorità portuali cercano di trovare un punto di intesa con tre migranti tunisini giunti in prossimità di Lampedusa.
Gli uomini, forse i portavoce di un gruppo composto da altri 7 clandestini, hanno scelto di condurre la loro piccola imbarcazione dentro una grotta. Le autorità gli hanno intimato loro di lasciare il nascondiglio per sottoporsi ai controlli di routine ma i 10 migranti però si sono sinora rifiutati di obbedire agli agenti che, dopo una nottata di inutili tentativi, hanno scelto di chiamare a loro supporto delle squadre di terra e di mare.
La situazione non può dirsi di certo tranquilla nel resto del Mediterraneo: erano alcune decine i migranti provenienti dall’area centro meridionale dell’Africa che ieri hanno tentato di raggiungere le nostre coste
Purtroppo però è avvenuta l’ennesima tragedia del mare e, come ha reso noto la Guardia costiera tunisina, alcuni cadaveri sono stati appena recuperati al largo del porto di El – Ketef.
Per il momento i corpi riportati a terra sono circa 10, ma almeno una ventina sono quelli che gli addetti ai lavori hanno avvistato in lontananza. Le salme, tutte ospitate in alcuni locali del porto tunisino, giacciono intanto in attesa di identificazione. Un altro naufragio si era già verificato negli scorsi giorni: domenica infatti sono stati strappati al mare altri 5 cadaveri.
Data la concitazione delle operazioni e le incertezze relative a quest’ennesima tragedia del mare, le autorità competenti non sono state ancora in grado di affermare con certezza se esistano o meno dei superstiti al naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiavano ieri i migranti. Allo stato attuale è stato possibile appurare soltanto che il natante proveniva dalla Libia.