SICILIA – Non solo gas. Riscaldare le abitazioni sarà quest’anno sensibilmente più costoso rispetto allo scorso inverno, ma l’allarme non riguarda solo il gas e coinvolge ora anche altri combustibili. Lo denunciano il Codacons e la Task Force TANASI CONSUMERS che segnalano rincari abnormi per il pellet, utilizzato per le stufe presenti in milioni di case italiane.
“Sempre più famiglie hanno scelto di sostituire o integrare i tradizionali impianti di riscaldamento a gpl o metano con le stufe, al punto che nei primi 5 mesi del 2022, secondo i numeri ufficiali, le vendite di tali prodotti sono aumentate del 28% rispetto allo stesso periodo del 2021 – spiegano Codacons e Task Force TANASI CONSUMERS –. Il pellet risulta uno dei combustibili più utilizzati per le stufe domestiche, ma il suo prezzo negli ultimi mesi ha subìto una costante crescita: un sacchetto da 15 kg costava in media lo scorso anno 4,35 euro, mentre oggi è venduto a circa 12 euro, con un aumento del +175%.
Un rincaro che fa salire sensibilmente anche i costi per il riscaldamento delle abitazioni: considerata una casa di 100 metri quadri, la spesa per il pellet passerà da una media di 780 euro a famiglia del 2021 agli attuali 2.145 euro, con un aggravio di oltre 1.300 euro.
Alla base di tale situazione – fanno sapere Codacons e la Task Force TANASI CONSUMERS – c’è la guerra in Ucraina con il conseguente bando dei legnami provenienti da Russia e Bielorussia, la dipendenza dell’Italia dagli approvvigionamenti esteri, e le minori importazioni dai paesi produttori del nord Europa che, per coprire il loro fabbisogno nazionale, hanno ridotto le forniture all’estero. Un quadro di cui fanno le spese i consumatori italiani, costretti a spendere sensibilmente di più per i combustibili, anche quando scelgono fonti alternative al gas“.