CATANIA – Magistrati costantemente al lavoro per accertare le responsabilità dei personaggi coinvolti nell’inchiesta ‘I treni del gol’. Il caso Catania fa tremare i tifosi rossoazzurri, ma non solo. Vale la pena ribadire, infatti, che altre cinque squadre risultano indagate e, inevitabilmente, ad ogni partita “comprata” devono corrispondere uno o più “venditori”.
In questo senso i giocatori oggetto d’indagine continuano a smentire ogni tipologia di accusa. Tutti si professano estranei ai fatti attraverso dichiarazioni e comunicati stampa, sottolineando di sposare in pieno il principio autentico di praticare sport con assoluta trasparenza e nella sfera della legalità, anche per rispetto dei tifosi delle rispettive squadre.
Gli ultimi ad essere stati interrogati sono i tesserati del Trapani Antonino Daì, Christian Terlizzi e Luca Pagliarulo. Difensori di ruolo, tutti regolarmente in campo in occasione del derby perso a Catania e che ha visto proprio la difesa trapanese grande protagonista in negativo nell’arco dei 90 minuti, in particolar modo nel corso del secondo tempo con ben quattro gol sul groppone.
Lo stesso presidente granata Vittorio Morace si rifiuta di credere che i difensori del Trapani citati abbiano alterato l’esito del match, sicuro della loro buona fede. La Procura di Catania, però, non è convinta. Resta da chiarire, inoltre, se nel contesto dell’incontro vinto di misura con l’Avellino ci sia qualcosa di anomalo rispetto alle confessioni di Pulvirenti che parla dell’esistenza di una “maga” suggerita dal patron della Lazio Lotito per allontanare la negatività.
In questi giorni sono sotto esame anche numerosi pc sequestrati per meglio capire i meccanismi della vicenda e le modalità che l’hanno caratterizzata, cercando di smascherare in qualche modo chi continua incessantemente a manifestare la propria innocenza e, magari, rendersi conto del coinvolgimento di altre figure.