CATANIA – Un arcobaleno di colori ha “invaso” la via Etnea di Catania: è il PRIDE 2015. Dalle 17 e fino a sera musica, colori, dibattiti per ricordare i tanti diritti ancora negati ma anche per dimostrare di esserci, di esistere e rivendicarne il diritto.
Il Catania Pride, organizzato dalle associazioni Arcigay Catania e QUEER AS UNICT, fa parte dell’ONDA PRIDE, un’onda di rivendicazione che coinvolge 15 città italiane e il cui motto di quest’anno è IT’S #HUMAN PRIDE! l’orgoglio di essere persone al di là delle differenze. L’Ondapride è partita il 6 giugno da Verona, Pavia e Benevento e si concluderà a Reggio Calabria il 1° agosto, dopo aver attraversato tutto il Paese, da Torino, Milano, Bologna, Perugia, Palermo, Cagliari, a Foggia, Genova, Catania, e Napoli.
“Non importa che tu sia uomo o donna, omosessuale, etero, bisex o transessuale, giovane o anziano…l’importante è esserci!” così la presidente di Stonewall, Tiziana Biondi, ha invitato tutti a partecipare alla parata finale del Catania Pride.
“Cari etero, scendete in piazza con noi gay, lesbiche, bisex, trans! Perché è l’ora del Sì ai matrimoni egualitari, è ora che a tutti e tutte sia riconosciuta pari dignità. È ora che nessuno dei vostri figli, amici o familiari venga deriso o discriminato perché considerato un ‘diverso’! È ora che tutti, nessuno escluso, vedano riconosciuti pari dignità e uguali diritti! – Tiziana Biondi conclude citando Sebastiano Mauri –. La vera rivoluzione nel movimento per i diritti civili americani è avvenuta quando anche i bianchi hanno iniziato a marciare nelle strade a fianco dei neri. Quando anche i bianchi hanno finalmente compreso che il prezzo del razzismo lo pagava la società intera. Ed è quello che tocca a voi oggi“.
“L’io, il corpo, l’eros – Liberi di essere, liberi di amare”, è il tema scelto da Cataniapride. Si legge nel documento politico: “Occorre recuperare l’io, come categoria filosofica, in quanto luogo mentale in cui l’identità sessuale possa enuclearsi nel pieno delle sue potenzialità. Occorre sostituire al concetto di ‘sessualità’ quello di eros: una dimensione del sé (privato e pubblico) in cui i legittimi desideri siano il risultato dell’autodeterminazione del nostro corpo, del rispetto dell’altro/a e della sua integrità umana, di scelte consapevoli anche in direzione di una maggiore consapevolezza rispetto ai rischi delle infezioni sessualmente trasmissibili”.
In sostanza rivendicare il diritto di ogni essere umano di esistere agli occhi dello Stato e di venire considerati cittadini come tutti gli altri. Perché il PRIDE non è solo musica, parate nelle vie della città, un’allegra carnevalata come definita da molti, ma una manifestazione di diritti negati e spesso anche di denuncia: perché l’omofobia serpeggia subdola, spesso anche nelle menti dei più giovani, come tristemente ci ricordano i fatti di cronaca.