PALERMO – Voleva essere la discontinuità rispetto ai governi di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo ma è finito a riproporre – con gli stessi uomini – un identico modo di governare e di gestire l’ingestibile Regione Siciliana.
In principio la giunta della “rivoluzione” annoverava tra i suoi esponenti più illustri Franco Battiato – assessore al Turismo soltanto per qualche mese – e Antonino Zichichi ai Beni Culturali che si dimise anch’egli dopo una brevissima e travagliata esperienza.
Anche Nelli Scilabra – giovane studentessa fuori corso – doveva essere una figura in grado di sparigliare le carte nel difficile settore della Formazione ma il flop del Piano Giovani e le polemiche con il dirigente Corsello hanno portato Crocetta a sacrificarla sull’altare del rimpasto.
E poi ci sono (e non si sa se ci saranno) Lucia Borsellino – figlia del magistrato simbolo della lotta contro Cosa Nostra – e Linda Vancheri in quota Confindustria.
La prima – dopo lo scandalo Tutino – sta pensando alle dimissioni perché gli scandali che si sono ammonticchiati sono troppi e perché non ci sarebbero più le condizioni del 2012 quando decise di accettare l’offerta di Rosario Crocetta.
Fabio Granata – amico della famiglia Borsellino – aveva scritto qualche mese fa una lettera a Lucia chiedendole di fare un passo indietro e adesso, alla luce degli ultimi fatti, auspica le dimissioni.
“Spero che Lucia – spiega Granata – si tiri fuori al più presto da una storia politica non all’altezza della sua statura morale. Lei incarna qualcosa di diverso e sono convinto che abbia accettato il ruolo con uno spirito diverso e di puro servizio”.
“So che è una donna molto forte – prosegue il coordinatore di Green Italia – e che non si fa influenzare. Ha un grande carattere: basti pensare che nei giorni della strage di via D’Amelio diede ugualmente un esame all’università. Spero che Lucia non condivida più questo percorso del governo Crocetta”.
Sul fronte della successione alla Borsellino si sono aperti diversi scenari. Al momento vi sono due nomi caldi: uno è il presidente della commissione Sanità all’Ars Pippo Digiacomo (che in una dichiarazione a La Sicilia ha smentito) e l’altro è quello di Roberto Lagalla.
Alcuni rumors hanno addensato dei nuvoloni neri anche sull’assessorato retto da Linda Vancheri che potrebbe lasciare. Ma, nonostante alcune prese di posizione di facciata, il Pd non staccherà la spina all’esperienza di Crocetta.
Nessuno ha voglia di finire anticipatamente la legislatura e di tornare alle urne e la direzione regionale di sabato dei dem dovrebbe confermare l’intento di un governo con più politici – dopo la “mossa” Pistorio – e meno tecnici.