PALERMO – A trent’anni dalla strage di via D’Amelio, il 19 luglio resta ancora oggi un momento di profonda riflessione e celebrazione del sacrificio del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Ha commentato nell’occasione il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “Con coraggio e alto senso del dovere hanno pagato con la vita il loro contrasto ad un sistema mafioso che in quel periodo ha messo in atto il più feroce attacco al cuore dello Stato e delle istituzioni.
Nel trentennale della strage e alla luce dei recenti fatti, oltre ad un dolore che rimarrà per sempre indelebile, resta l’amarezza per una verità che ancora stenta a emergere su uno dei fatti più inquietanti della storia della Repubblica. Una verità legittimamente attesa dai familiari di Paolo Borsellino e delle vittime di questo attentato, alle quali esprimo oggi tutta la mia vicinanza. Ma è anche una verità che sia le istituzioni sia la società civile non devono mai stancarsi di ricercare.
Ciascun cittadino ha il dovere di mantenere vivo il ricordo dei martiri della lotta alle mafie, ai quali oggi è rivolto il nostro pensiero, attraverso l’impegno quotidiano in una battaglia per la legalità che deve coinvolgere tanto le comunità locali, quanto i loro amministratori.
È necessario andare oltre i momenti celebrativi e dare vita ad azioni concrete. Tra i miei prossimi impegni vi sarà anche quello di costituire un Organismo indipendente per il contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose nella Pubblica Amministrazione. Un organismo che supporti l’attuale Piano anticorruzione varato da tutti i Comuni sotto la vigilanza dell’Anac e che ne amplia le capacità operative, svolgendo anche compiti assegnati ai nuclei antiriciclaggio già previsti dalla legge ma ancora non attuati”.