CATANIA – Nelle scorse ore il presidente della Regione, Nello Musumeci, si è “lasciato scappare” una battuta a Catania durante una mostra dedicata a Sant’Agata: “Presto toglierò il disturbo“, frase che ha subito suscitato reazioni nel centrodestra. A chi ha cercato di ricavare ulteriori informazioni è stato risposto un netto: “Saprete il mio futuro giovedì“. Già, perché proprio per domani è stata convocata una conferenza stampa in cui il presidente della Regione farà il punto della situazione e in cui, quasi tutti, si aspettano l’annuncio di un ritiro della candidatura alle prossime regionali.
Uno scenario senz’altro possibile, ma chi conosce Nello Musumeci fatica a credere che nella lunga battaglia dialettica e di nervi tra lui e il suo più acerrimo nemico politico, Gianfranco Miccichè, possa essere lui a gettare la spugna.
Gli scenari possibili
Cosa ha in mente allora Musumeci? Una possibilità potrebbe essere l’annuncio del ritiro della candidatura dietro la garanzia da parte di Giorgia Meloni di alcuni posti all’interno delle liste di Fratelli d’Italia alle prossime politiche che garantirebbero Musumeci e una parte dei suoi fedelissimi alla Camera e al Senato. Ipotesi questa, che lascerebbe la possibilità al centrodestra di trovare un accordo su un candidato condiviso, magari proveniente proprio dalle fila di FdI. Due nomi su tutti si fanno spazio nelle ultime ore: quello di Raffaele Stancanelli e quello di Adolfo Urso, presidente del Copasir.
Un altro scenario possibile potrebbe portare Musumeci alle dimissioni nella giornata di domani. Una mossa del cavallo che porterebbe a elezioni anticipate a settembre costringendo i partiti (sia a sinistra che a destra) a trovare una sintesi in un tempo brevissimo e a cominciare una campagna elettorale in piena estate. In questo caso Musumeci forzerebbe la mano o per “ripicca” nei confronti di chi gli ha fatto la guerra prima fra le mura dei palazzi e poi anche pubblicamente, oppure per sparigliare le carte e diventare l’unico candidato credibile avendo a disposizione un lasso di tempo così ristretto.
Un rischio, quello dello stallo sul nome, che il centrodestra non potrebbe correre, considerando anche la recente affermazione di Cateno De Luca alle amministrative che potrebbe portare via una buona fetta di voti e che, al momento e con Musumeci candidato, non si siede a nessun tavolo di trattative.