CALTANISSETTA – “Il fenomeno del caporalato nell’entroterra siculo è grave perché la capacità della mafia di inserirsi in questi processi economici continua a essere molto forte nonostante una legge eccellente che permette di reprimere e sanzionare, come in passato non accadeva“.
Lo ha detto Claudio Fava, presidente della Commissione d’inchiesta sul fenomeno della Mafia all’Ars intervenuto all’evento “Il silenzio del sudore“, organizzato dal Movi alla Casa delle Culture e del Volontariato di Caltanissetta in occasione del secondo anniversario dall’omicidio di Adnan Siddique, giovane pakistano ucciso dai suoi connazionali per avere difeso le vittime del caporalato.
“È grave – ha continuato Fava – perché non sempre c’è la capacità della comunità di denunciare queste condizioni di sopraffazione umana, di schiavitù, e perché dimostra l’assenza di politica pubblica. Spesso la forza dell’organizzazione criminale è quella di dare servizi che le politiche pubbliche non hanno garantito. Pensiamo agli alloggi, alle forme di reclutamento, ai trasporti. Ed è grave anche perché favorita da una politica di prezzi e salari estremamente bassa nel suo complesso. In questa situazione di grande vulnerabilità sociale la mafia ha gioco facile a porsi come l’interlocutore privilegiato. Per cui occorre farsi carico non limitandosi a rimettere ogni fiducia in una legge che interviene nel momento repressivo ma affrontando questo tema a monte“.
E sulla storia di Adnan, Fava ha aggiunto: “La cosa positiva che ci insegna la sua storia è questa capacità di denunciare e accompagnare verso una strada di rispetto umano, e quindi di emersione del lavoro nero di molti migranti. Lui, così come ha fatto il sindacato in questi anni, rappresenta una comunità che si ribella e che aiuta chi subisce a ribellarsi. Il lato negativo è che se quelli come Adnan restano soli è chiaro che diventano bersagli facili. Sulla sua morte – conclude Fava – si sta celebrando un processo e ci auguriamo porti a un’affermazione di verità giudiziaria ma resta il fatto che questo ragazzo è morto e la sua morte è come un fardello che pesa sulle spalle di tutti“.
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