CATANIA – Gli occhioni di Elena ci hanno accompagnato per tutta la notte. Fissi nella mente di tutta Catania e non solo. Impressi nei pensieri dei tanti che si chiedono come si possa fare del male a una bambina di soli 4 anni, 5 tra poche settimane.
Una notte di parole, ricerche, testimonianze, indagini, verifiche. Una notte lunga una vita, per i familiari della piccola in primis, e per gli inquirenti dopo.
Da ore i carabinieri della Tenenza di Mascalucia e la Procura di Catania sono impegnati nell’inchiesta sul sequestro di Elena, rapita ieri alle 15 mentre si trovava in auto con la madre a Piano di Tremestieri Etneo.
Siamo in provincia di Catania, qui dove nessuno poteva mai pensare accadesse una cosa del genere. In molti, subito dopo la diffusione della foto della piccola sui social e dell’appello di massima diffusione, si sono chiesti se fosse vero o se si trattasse dell’ennesima bufala online. E invece no. Elena è stata portata via da tre persone incappucciate e a quanto pare armate. Un commando, così si potrebbe definire. Munito anche di guanti, giusto per non lasciare traccia di impronte digitali durante l’apertura della portiera dell’auto, a cui bordo vi era anche la mamma. Proprio quest’ultima, subito dopo i fatti, si è recata dai carabinieri della Stazione di Mascalucia – dove vive insieme alla piccola e ai genitori, nonni materni di Elena – per sporgere denuncia. In lacrime. Disperata. Raccontando l’accaduto. Le urla della Sua Elena le risuonano ancora in mente. Piangeva, chi erano quei tre soggetti che l’hanno portato via? Cosa vogliono? E perché hanno deciso di puntare a una bambina di soli 4 anni?
Sono stati sentiti più e più volte i familiari della piccola. Ogni dettaglio è fondamentale, prezioso, importante. Si scava nella vita privata della famiglia: i genitori, poco più che 20enni, non convivono più. Il padre, 24enne, ha già la fedina penale sporca: a suo carico pendono i reati di spaccio e rapina.
Eppure proprio dalla Procura escludono collegamenti con la criminalità organizzata. Forse, invece, una richiesta di riscatto, anche se – da quanto emerso – i familiari non avrebbero problemi economici ma non pare nemmeno vivano “nel lusso”. E allora, chi ha rapito Elena, perché lo ha fatto?
Elena era stata presa dall’asilo che frequentava in via Piave. Proprio dal quel luogo sono state acquisite le immagini di videosorveglianza dove si vede la piccola indossare una magliettina bianca con una scritta nera e un paio di pantaloncini gialli.
Un giallo nel giallo, dove nessuna ipotesi resta fuori. Come quella che dietro la mano dei criminali che hanno compiuto il fatto, possano esserci dinamiche familiari complesse. La conferma arriva anche dalle parole del sindaco di Mascalucia, Enzo Magra: “Mi sono messo a disposizione dei carabinieri per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, i volontari, ma mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga, ma di altro, probabilmente di dinamiche familiari“.
Un appello si alza disperato da ogni parte della Sicilia e dell’Italia. Anche Piera Maggio, madre della piccola Denise Pipitone, scomparsa nel lontano 2004 da Mazara del Vallo, lancia un messaggio: “Liberate Elena. Non fategli del male, lasciatela in qualche posto, anche vicino una chiesa in modo che la sua famiglia possa riabbracciarla! I bambini non si toccano! Tornate indietro sui vostri passi, prima che sia troppo tardi. Abbiate un minimo di pietà per questa bambina“.
Ridateci Elena!