PALERMO – Il Festival de Lavoro, evento attualmente in corso a Palermo, ha affrontato anche la spinosa questione del flusso dei migranti in Sicilia e della relativa assenza in proposito delle istituzioni europee.
Grazie ad un collegamento video ha preso parte al dibattito anche Angelino Alfano pronunciandosi proprio in relazione alla questione dell’immigrazione. “In UE – sostiene l’attuale ministro dell’interno – non abbiamo ottenuto quello che volevamo, ma, per la prima volta, è stato fatto un passo in avanti. La materia dell’immigrazione è regolata da un regolamento chiamato di Dublino, che è una sorta di muro, ma che si è rivelato penalizzante per l’Italia“. Angelino Alfano avrebbe infatti voluto che l’Unione Europea si facesse un carico maggiore della questione; i nostri centri di accoglienza sono ormai allo sfacelo e la situazione dei clandestini qui presenti diventa ogni giorno più insostenibile. Del resto però 24 mila di loro verranno presto trasferiti in altri centri di ricovero sparsi per l’intera Europa.
Il ministro ha concluso il suo messaggio video sostenendo che: “L’accordo Ue ha messo in crisi il regolamento di Dublino e crea 24 mila brecce nel muro di Berlino. È un primo passo, non nelle quantità che avremmo voluto, ma c’è l’obbligo di farsi carico rispettando il principio di solidarietà di uno sforzo che l’Italia ha fin qui compiuto“.
All’evento era ovviamente presente anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Questi, intervenuto al dibattito ha sottolineato: “L’Europa e l’immigrazione: fra rigore ed accoglienza“, ha sostenuto la necessità di abolire il permesso di soggiorno; soltanto in questa maniera infatti il primo cittadino crede sia possibile ridurre considerevolmente i numeri di quel genocidio che ogni giorno si consuma silenziosamente al largo delle nostre coste: “Se non vogliamo essere considerati complici del genocidio in corso nel Mediterraneo, occorre abolire il permesso di soggiorno, come abbiamo previsto con la Carta di Palermo, sottoscritta a fine marzo al termine del convegno internazionale. Solo così si potranno interrompere le stragi degli innocenti e l’arricchimento di persone senza scrupoli come gli scafisti. Il diritto umano alla mobilità è inalienabile“.
Anche Matteo Salvini, ancora una volta grazie ad un collegamento video, ha partecipato al dibattito mostrando di dissentire dalle idee di Orlando. Il leader della Lega ha sostenuto la necessità di porre un freno, non soltanto al fenomeno migratorio, ma anche e soprattutto all’anarchia che, a suo parere, vige ormai in tutti i contesti del vivere pubblico e che, poco alla volta, farà del mondo un posto invivibile. Sostiene infatti Salvini: “Quello che ha dipinto il sindaco Orlando è l’anarchia, è Saturno. Ognuno fa quello che vuole senza permesso di soggiorno, va e viene, un’idea bizzarra fuori dal mondo, un mondo senza diritti. Un mondo senza confini e barriere è molto bello ma in un mondo abitato da 6 miliardi di persone o ci diamo delle regole oppure salta tutto. Il resto d’Europa difende gli interessi dei suoi cittadini. Chi scappa dalla guerra va accolto ma sono un quarto di quelli che arrivano, gli altri sono solo clandestini. Sogno per mio figlio un mondo normale. Un mondo dove poter andare in spiaggia in Tunisia senza essere preso a colpi di kalashnikov. Io qualche regoletta vorrei che la mettessimo“.
Sulla questione è infine intervenuto Vincenzo Scotti, ex ministro degli esteri, il quale ha ribadito la necessità di trovare delle soluzioni “umane” al problema; l’attuale condizione geo politica del nostro mondo, ormai in continua evoluzione, porta dietro sé degli sconquassi di varia natura, tra cui anche il fenomeno delle ondate migratorie, i problemi quindi non possono e non devono risolversi non tenendo conto delle esigenze altrui: “Non è buttandoli a mare che si risolve il problema dell’immigrazione, vorrei che fosse chiaro… Oggi, nel mondo, l’immigrazione ha raggiunto numero elevati, perché si sta riscrivendo la geografia del mondo ed è questo che i paesi non vogliono capire. In dieci anni ci sono state otto crisi finanziarie con conseguenza drammatiche sulla miseria. Poi ci sono emergenze particolari, ma non confondiamo le emergenze con il fenomeno di fondo, si fa grande confusione. Noi siamo arrivati in passato a 5 milioni di immigrati che hanno coperto lavori e non hanno creato nessun problema, perché hanno coperto attività che gli italiani non volevano più affrontare. Il problema non si risolve con i grandi proclami e con la spada“.
Diversi punti di vista quindi, tutti però concordi nel cercare una collaborazione che vada ben oltre i mezzi in forza alle istituzioni locali.