RAGUSA – “L’operato confusionario e i continui ripensamenti in ambito di concessioni edilizie da parte dell’amministrazione Piccitto, tra ritardi, procedure sospese e autorizzazioni negate senza motivi plausibili, rischiano di mettere a repentaglio la salute finanziaria del Comune”.
Con questa dichiarazione i consiglieri di Lab 2.0 Sonia Migliore e Manuela Nicita commentano la seduta di ieri del consiglio comunale relativamente al caso della concessione rilasciata nel 2006 alla società Teknè per la realizzazione di un’attività produttiva nei pressi della parte finale di via Anfuso e ora scaduta per mancata proroga.
“La storia della concessione edilizia alla Teknè – spiegano Migliore e Nicita in una nota – ha dei risvolti inquietanti che sottolineano l’incapacità di questa amministrazione di svolgere il ruolo che è stata chiamata a ricoprire”.
Facendo una cronistoria dell’accaduto i consiglieri raccontano che nel 2006 alla Teknè era stata rilasciata una concessione edilizia che nelle condizioni prevedeva il pagamento degli oneri correlati (180mila euro) il passaggio gratuito al Comune, in perequazione, del 70% dei terreni di proprietà della stessa società (poco più di 200mila mq) e la realizzazione, a proprie spese (2,2 milioni di euro) delle opere di urbanizzazione.
“La Teknè paga il dovuto – spiegano in una nota le esponenti di Lab 2.0 – cede al Comune i terreni e comincia a lavorare per le opere di urbanizzazione, ottenendo per diritto di proroga un rinnovo della concessione fino a tutto il 2013. Totale della spesa fino a questo momento 880 mila euro più l’area ceduta all’Ente. Nel 2014, però, il Comune decide di non rilasciare ulteriore proroga, facendo decadere la concessione, nonostante l’investimento effettuato, e dopo aver affidato a terzi le aree cedute dalla società, il 12 giugno 2014, annette al proprio patrimonio le opere di urbanizzazione, cioè il prolungamento di via Anfuso”.
Secondo le stime per Lab 2.0 ci sarebbe un danno per la Teknè di oltre 1 milione di euro e nonostante un anno di interlocuzione con il Comune per un nuovo progetto la pratica non è stata esitata e sui quei terreni l’amministrazione ha previsto una pista ciclabile e un parco.
“Morale della favola – concludono – per tutta questa vicenda il Comune potrebbe essere costretto a pagare alla Teknè oltre un milione e mezzo di danni e tutto perché l’amministrazione Piccitto si occupa della cosa pubblica con un’approssimazione mai vista prima, senza la minima competenza né la capacità decisionale necessarie per programmare le politiche economiche ed urbanistiche della città. Chissà cosa ne penserà la Corte dei Conti di tutta questa faccenda”.