REGALBUTO – Militari del Nucleo carabinieri CITES di Catania, unitamente alla Sezione Operativa Antibracconaggio (SOARDA) di Roma ed alla locale Stazione dei carabinieri, hanno effettuato un controllo mirato presso l’abitazione di un soggetto appassionato di falconeria a Regalbuto.
Insieme ad un rapace detenuto legalmente, sono stati però rinvenuti, rinchiusi in delle gabbie, una coppia di esemplari di Falco Grillaio (Falco naumanni), 4 esemplari vivi di Civetta (Athene noctua), una madre con tre piccoli, tutti privi di anello identificativo e dei certificati CITES che ne attestano la legale detenzione, garantendo la nascita in cattività degli animali protetti; nonché un esemplare di Storno nero (Sturnus unicolor), specie protetta in quanto non cacciabile.
Infatti sia il Falco Grillaio che la Civetta, come la maggior parte dei rapaci, sono ricompresi nell’Allegato A del Reg. CE 338/97 a causa del rischio di estinzione di tali animali dal loro ambiente naturale, per effetto delle attività umane e del bracconaggio. Gli esemplari sono stati sicuramente prelevati da loro ambiente naturale per mezzo di reti e trappole o, grazie ad attrezzature per arrampicata, prelevati dai nidi ancora allo stadio di pulli (piccoli di pochi giorni), strappandoli alle cure della madre per poi detenerli in cattività. Si presume che il soggetto utilizzasse anelli appartenenti ad altri esemplari deceduti, da cui venivano artatamente estratti, per poi inserirli al tarso di piccoli della stessa specie prelevati in natura al fine di “ripulirli” e cercare di eludere i controlli.
A conferma di ciò nel corso della perquisizione è stata rinvenuta una imbragatura, una rete da uccellagione, una trappola, un anello di un Falco Pellegrino e delle zampe di rapaci sempre di specie protette. Ciò per alimentare il florido traffico illegale di esemplari appartenenti a specie rare e protette anche a livello internazionale, che finiscono nella rete di collezionisti senza scrupoli legati al mondo della falconeria. Da questo punto di vista la Sicilia, rappresenta un punto strategico, in quanto nel suo territorio vivono importantissime popolazioni di rapaci quali ad esempio: l’unica popolazione nidificante in Italia di Aquila di Bonelli, la più importante frazione della sottospecie feldeggii del Falco Lanario e l’ottanta per cento della popolazione italiana del Capovaccaio.
A conclusione delle operazioni è stato deferito alla Procura di Enna e gli animali e le attrezzature posti sotto sequestro. Gli esemplari sono stati trasferiti al Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Messina, e, dopo un periodo di cure, si spera possano essere liberati. Durante il controllo è stata anche rinvenuta sostanza stupefacente ed un bilancino di precisione, per tale ragione il soggetto è stato segnalato alla Prefettura di Enna. I reati contestati vanno dal prelievo illegittimo di specie protette in violazione della cd. Legge sulla caccia, alla ricettazione, la fauna è infatti patrimonio indisponibile dello Stato, alla violazione della normativa sulle specie protette dalla Convenzione CITES.
Continua l’impegno dei carabinieri volto a reprimere l’odioso fenomeno del prelievo in natura di esemplari particolarmente protetti di rapaci diurni e notturni che, proprio a causa di tali condotte criminali, rischiano l’estinzione non solo dal nostro paese ma anche, essendovi numerose specie migratrici, dall’interno pianeta, con un elevatissimo danno alla biodiversità. Bisogna comunque tenere alta la guardia poiché il fenomeno purtroppo è lungi da essere eradicato. Infatti non meno di un mese fa in provincia di Agrigento erano stati sequestrati due piccoli di Aquila di Bonelli depredati da un nido.