AGRIGENTO – La prima elezione diretta per il sindaco di Agrigento, nel 1993, la seconda del 1997 nonché le Europee del 1999 e le elezioni del 2001 per il parlamento, secondo il Procuratore generale di Palermo Giuseppe Fici, furono condizionate dalla mafia che votò e fece eleggere (tranne in un caso, nel 1999) Calogero Sodano.
Il magistrato che rappresenta l’accusa al processo di appello ha chiesto di ribaltare la sentenza di primo grado, che lo assolveva, e condannarlo a 6 anni di reclusione per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
L’esperto uomo politico agrigentino, secondo l’accusa, sarebbe stato sostenuto da Cosa Nostra sia in occasione delle elezioni del 1993, quando battè per una manciata di voti Arnone, allora presidente regionale di Legambiente e ora parte civile nel processo, che in futuro. “Arnone – ha detto il pg durante la requisitoria – rappresentava l’antimafia che allora dava parecchio fastidio alla mafia e andava contrastato“.
Sodano, secondo quanto ipotizza l’accusa, sarebbe stato sostenuto da Cosa Nostra anche in occasione delle elezioni amministrative del 1997, alle Europee del 1999 (unica circostanza in cui non fu eletto) e alle elezioni nazionali del 2001 in cui fu eletto senatore.
In appello è stata riaperta l’istruttoria e sono stati ascoltati alcuni collaboratori di giustizia, fra cui Alfonso Falzone e Luigi Putrone che hanno confermato, secondo quanto ipotizzato dal Pg, l’accordo elettorale fra Sodano e i rappresentanti delle potenti famiglie di Cosa nostra agrigentina degli anni Novanta.
Il processo è stato aggiornato al 14 settembre per l’arringa di parte civile degli avvocati Daniela Principato e Giuseppe Aiello nell’interesse di Arnone e Legambiente. Poi sarà individuata un’altra data per gli interventi dei difensori di Sodano, gli avvocati Salvatore Pennica e Antonino Mormino.
Fonte foto Facebook – Lelio Castaldo