CATANIA – Pon Indire 2014/2020 “No al Bullismo, si all’amicizia”, un percorso che ha avuto inizio l’8 novembre e che ha segnato come data conclusiva il 21 marzo all’Istituto Comprensivo “A. Malerba” di Catania. Ben 60 ore per trattare un argomento di cui forse si è troppo parlato, tanto da stravolgerne e confonderne il vero significato. L’impressione è che a volte si chiami “Bullismo” qualcosa che “Bullismo non è”, e che altre volte si additino colpevoli e responsabili “a caso” e… un po’ “a caso” si cerchino soluzioni e ricette per arginare “il fenomeno”.
Lo scopo del PON che ha coinvolto docenti, genitori e alunni della classe prima e seconda di scuola secondaria di I grado è stato innanzitutto quello di fare chiarezza sull’argomento. Il motto è stato “Non chiederti: ‘Chi sono gli altri per essere aiutati’. Chiediti: ‘Chi sono io per non aiutarli’“. Partiti dalla presa di consapevolezza del fenomeno, purtroppo dilagante tra i giovani adolescenti, il focus è stato quello di elaborare il profilo della vittima e il profilo del suo persecutore, non tralasciando il ruolo dei cosiddetti spettatori, ritenuti non meno responsabili dei bulli. Chiedersi chi è il Bullo e quale motivazione lo spinge a mettere in atto atteggiamenti violenti e prevaricatori nei confronti dei più deboli, domandarsi se il Bullo possa diventare amico della vittima e se la vittima sia disposta al perdono, è stato uno degli obiettivi che nel progetto è stato prefissato di raggiungere.
All’inizio del percorso si è molto riflettuto sul vero concetto di amicizia e sull’uso che i ragazzi fanno del digitale tanto che si è ritenuto necessario somministrare un questionario per conoscere ciò che lega il mondo degli adolescenti all’uso delle tecnologie digitali e dei social network per acquisire maggiori informazioni su come gli alunni si interfacciano con gli strumenti digitali e per conoscere se ne facciano un uso corretto per evitare di cadere nella “rete” del cyberbullismo.
Grande entusiasmo hanno manifestato i ragazzi quando gli è stato proposto di ideare e progettare una mascotte contro il bullismo e il cyberbullismo. Loro non hanno avuto dubbi ed in coro hanno elevato il nome di “Elica”, un drone ideato dalla mente geniale della scrittrice Maria Pia Basso.
“Elica” protagonista di un testo narrativo che hanno avuto modo di conoscere attraverso la lettura in classe. Lo hanno immaginato in missione sulla terra a difesa delle vittime e in aiuto ai prevaricatori. Attraverso i fumetti, hanno messo in evidenza come sia necessario proteggere i più deboli ma anche aiutare il “Bullo” perché, contrariamente a quanto si pensi, risulta essere “solo” nella sua rabbia, unica arma per farsi riconoscere e apprezzare nel gruppo, ma anche lui, come la vittima, ha bisogno e ha diritto ad essere aiutato, ascoltato e sostenuto nel suo disagio. Questo concetto è stato fin dall’inizio molto chiaro nella mente dei ragazzi che hanno partecipato al PON al punto che si è deciso di esplicitarlo attraverso la recitazione di un testo sul bullismo la cui fonte di ispirazione è stato il monologo di Paola Cortellesi accompagnata dalle musiche e dalla voce di Marco Mengoni sulla canzone “Guerriero”.
Intensa ed ammirevole la partecipazione degli alunni e dei genitori.
“Sono molto riconoscente al Dirigente Scolastico Prof.ssa Agata Pappalardo e ai professori: Prof.ssa Mancuso Marcella e Prof.ssa Andreozzi Letizia per la delicatezza e la competenza con cui hanno trattato insieme ai nostri figli il fenomeno del Bullismo e del Cyberbullismo, affrontandolo non solo come problematica ma facendo emergere quanto sia importante eliminare il disprezzo nei confronti di chi ha sbagliato, esaltando il vero valore dell’amicizia che nasce dal rispetto e dall’amore per gli altri, a prescindere dal ceto sociale di appartenenza” così si esprime la signora Trombetta, mamma di Lorenzo, nel ruolo di rappresentante di classe.
E ancora anche l’alunna Aurora Di Mauro dice la sua: “Un argomento a cui finalmente è stata attribuita la giusta importanza, che abbiamo osservato, studiato, appreso e ora non ci resta altro che mettere in pratica, con cura e giusta attenzione, quanto abbiamo imparato”.
Le parole della Prof.ssa Mancuso e della Prof.ssa Andreozzi