CATANIA – Raccontare l’autismo non è facile, soprattutto per chi non lo vive in prima persona. È importante dar voce alle famiglie, ai ragazzi che convivono con questa caratteristica, per scoprire dei lati a volte “inediti“, agli studi scientifici, per cogliere alcune sfumature che solo chi tocca con mano la patologia può comprendere e può raccontare.
Oggi a parlarne è Sara, sorella di un ragazzo autistico: “Quando il mio fratellino è nato già sapevo che era speciale, aveva un modo tutto suo di comunicare e guardare il mondo. Crescendo i miei mi hanno spiegato che il mio fratellino era autistico e anche se poco più grande di lui ho deciso di stargli accanto e aiutarlo sempre“.
La ragazza poi parla dei sacrifici, affronti da lei e soprattutto dei suoi genitori che hanno guidato pian piano suo fratello per prospettargli un avvenire più sereno: “I miei genitori hanno dato anima e corpo per permettergli di costruirsi un futuro e ora dopo molti anni, di sacrifici, il mio fratellino è cresciuto parecchio e anche se ancora ha qualche piccola difficoltà riesce in ciò che fa“.
Sara ricorda a tutti noi che: “L’autismo non è un limite e non deve essere visto come una cosa negativa. Ho sentito molte storie di famiglie come la mia e sono una più particolare dell’altra. Tutti i ragazzi come mio fratello hanno tutte le capacità per realizzare i loro sogni, con tanti sacrifici e impegno, come tutti noi. Il mio fratellino è autistico ma per me è la persona più ‘normale‘ del mondo“.
Chi di noi è “normale”? Chi è “perfetto”? A questa domanda è difficile rispondere con “Io lo sono” perché in realtà nessuno lo è. Tutti siamo umani, unici e “perfetti nella nostra imperfezione“.
L’unica “differenza” sta nel fatto che nessuno di noi può vivere la sua vita in modo uguale agli altri, e che si affronta il proprio destino in modo responsabilmente differente: proprio perché nessuno di noi è uguale all’altro.
Le persone sono uniche, come uniche sono le loro esigenze. Nella nostra società dobbiamo riconoscere, tutelare ed apprezzare chi ha bisogno di maggiori cure e solidarietà. Si può fare, perché la diversità è una ricchezza.
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