La Villa Bellini: da giardino borghese a immenso verde pubblico

La Villa Bellini: da giardino borghese a immenso verde pubblico

franz_cannizzo

CATANIA – In molti si trovano a passare dalla via Etnea di Catania e a sostare alla Villa Bellini. Un luogo di ritrovo, di relax, un punto di riferimento per molti. Occasione, anche, per allenarsi e fare esercizio fisico.

Non molti, però, sanno che il verde pubblico più grande di Catania, una volta, non era altro che un giardino privato che sorgeva attorno ad un palazzo signorile del Settecento. Si chiamava “Labirinto”, per le numerose vie che incrociavano tra loro e abbellite da piante rare e giochi d’acqua.

Nell’Ottocento, quando questo spazio divenne di proprietà dell’amministrazione comunale, fu aggiunto l’orto di San Salvatore (1866). Poi, nel 1880, l’ingegnere Filadelfo Fichera studiò un modo per accorpare le due parti, che divennero un punto di riferimento per la borghesia catanese.



Tanto che, sul viale Regine Margherita, sorsero sontuosi palazzi, per avere vicino quello che era il luogo di ritrovo dei ricchi della città, che trovavano modo di svagarsi e di allietare le loro giornate, spesso al suono di bande musicali.

Oggi ci godiamo la Villa Bellini, con il suo verde e il suo grande pezzo di storia.