PALERMO – Questa mattina si è tento l’ incontro con Tareke Brhane al Teatro Savio, organizzato dal Liceo De Cosmi di Palermo. Tareke Brahne è presidente del comitato 3 ottobre, organizzazione non profit fondata dopo il naufragio a Lampedusa del 2013, in cui sono morte 368 persone.
L’obiettivo del comitato 3 ottobre è il riconoscimento di una giornata da celebrare a livello nazionale e europeo per onorare i migranti deceduti e i soggetti che hanno rischiato la vita per salvarli.
Brhane è di orgini eritree e oggi vive a Roma, è fuggito dal proprio paese a 17 anni per evitare il reclutamento a vita imposto, che gli avrebbe riservato violenze, prigionia e rischio di morte. In Italia è arrivato nel 2005 dopo essere stato respinto al primo tentativo di attraversare il mar Mediterraneo.
Durante l’incontro di oggi ha dichiarato: “Uomini, donne e bambini ucraini in fuga dalla guerra scatenata dalla Russia non vengono quasi mai definiti profughi ma sono chiamati il popolo ucraino; tutti gli altri disperati, che scappano da altri luoghi di conflitti bellici sono solo i migranti, gente alla quale non viene data un’identità, ma guardata con fastidio e sospetto per il colore diverso della pelle“.
Queste sono le parole del presidente che lasciano l’amaro in bocca, che evidenziano quanto l’accoglienza dei “simili” sia scontata ma l’accoglienza di chi è più lontano da noi sia ancora colma di difficoltà dettate dal pregiudizio.
” Solo con l’impegno attivo – ha affermato – si può tentare di sconfiggere l’indifferenza, ostacolo per la libertà e la dignità di tutti gli uomini. E ha invitato i ragazzi a informarsi e conoscere prima di giudicare“.
Infatti, diventa un dovere morale per la tutela dei diritti delle generazioni future, educare i giovani di oggi all’accoglienza di chi si trova in stato difficoltà.
Brhane ha lavorato come mediatore culturale a Lampedusa e nell’Italia meridionale per Save the Children e Medici Senza Frontiere. Durante il XIV Summit dei Premi Nobel per la Pace, nel 2014, ha ricevuto la medaglia per l’Attivismo Sociale.
Gli allievi del De Cosmi che partecipano anche alla staffetta delle scuole per la Pace sull’urgenza della drammatica situazione in Ucraina e nel mondo, hanno rivolto tante domande a Tareke. L’incontro rientra nel progetto “Siamo sulla stessa barca” che interessa scuole italiane e estere.
Fonte foto ANSA