ENNA – Grazie alla sensibilità della famiglia Costa di Enna è stato tratto in salvo un esemplare di serpente; in seguito alla segnalazione, il rettile è stato recuperato in via Firenze dalla pattuglia del Distaccamento Forestale di Enna composta dal comandante Paolo Fulco e dagli ispettori Salvatore Spinnato e Giovanni Milana. L’esemplare è stato portato alla biologa dell’Università Kore di Enna Rosa Termine che ha provveduto all’identificazione. Si tratta di un Saettone occhirossi (Zamenis lineatus) appartenente alla famiglia dei Colubridi; l’esemplare misura cm 110 di lunghezza e circa cm 3 di diametro. Subito dopo l’identificazione ed il rilevamento dei dati biometrici previsti dalla Societas Herpetologica Italica, il serpente è stato liberato in contrada Venova.
Il Saettone occhirossi, dalla tipica iride rossa, è una specie non velenosa che vive in zone incolte e soleggiate tipiche della macchia mediterranea; frequenta lembi di vegetazione ai margini dei centri abitati, i ruderi, i muri di sostegno e i muretti a secco che spesso sono utilizzati come rifugio. Anche i margini delle strade sono utilizzati sia per la termoregolazione che per la ricerca di cibo. È un serpente molto agile che riesce ad arrampicarsi agevolmente anche sugli alberi per nutrirsi di nidiacei; se in pericolo, può scomparire come una saetta (pare che sia questa l’origine del nome Saettone). Si nutre in particolare di topi, arvicole e lucertole.
Si tratta di una specie endemica e quindi è presente solo nel meridione d’Italia e in Sicilia e pertanto ha un elevato valore conservazionistico. I timidi rettili, spesso erroneamente considerati esseri pericolosi da scacciare con ogni mezzo, partecipano con ruoli insostituibili all’equilibrio naturale e sono considerati validi indicatori ecologici (quindi la loro presenza è segno di ambiente naturale sano); lo stesso vale per gli anfibi, talvolta considerati brutti e inutili, che hanno un ruolo importante anche nella lotta alle zanzare.
Per esempio, attualmente al lago di Pergusa da una singola postazione si possono osservare migliaia di rospi smeraldini siciliani in acqua, ancora con la coda, che si preparano a completare la loro metamorfosi e all’esodo, ormai prossimo, verso le aree limitrofe del Lago. Occorre rammentare che ogni creatura è stata donata alla Terra perché indispensabile (direttamente o indirettamente) alla sopravvivenza di ogni abitante, uomo compreso.