SANTA VENERINA – In presenza di un numeroso pubblico è stata presentata la settima silloge poetica dello psichiatra-poeta Salvatore di Dio “Aspetterò la Luna” (ALGRA, 2022).
L’evento culturale, denominato “Amore e Poesia”, è stato molto ricco di poesia e musica e ha avuto luogo nella “Casa del Vendemmiatore” di Santa Venerina, organizzato dall’associazione “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale” di Santa Venerina , in collaborazione con la Pro loco, e la FIDAPA Giarre-Riposto.
L’assessore alla Cultura M. Assunta Vecchio ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale esprimendo il compiacimento per la ripresa delle iniziative culturali dopo la pausa forzata per il Covid.
Ha coordinato e presentato l’evento il professor Giovanni Vecchio, autore di una delle prefazioni del volume, l’altra è stata curata dalla scrittrice e giornalista Rita Caramma, la quale ha relazionato sull’opera e l’autore definendolo “fine poeta e attento osservatore della realtà”, il quale affronta in versi limpidi e mai retorici il tema dell’amore nelle sue varie dimensioni scavando nel suo animo per trasmetterci ciò che appartiene a ciascuno di noi.
“L’amore – ha proseguito la relatrice – non è necessariamente solo quello fra un uomo e una donna, ma acquista nella silloge sicuramente un respiro più ampio, e diviene la strada da percorrere in un mondo che di questo regale sentimento ha sempre più bisogno“.
Ha quindi citato Cet amour di Jacques Prévert nel quale l’amore ha una funzione salvifica. Ne è seguita un’interessante conversazione sui temi dell’ispirazione poetica e della bellezza.
La lettura di liriche scelte dal volume è stata affidata alla brava attrice Francesca Agate (“Il Gatto Blu”), Anna Maria Patané (presidente FIDAPA Giarre-Riposto), e all’attore di teatro, cinema e tv Santo Pennisi.
I momenti musicali sono stati curati dal talentuoso fisarmonicista Salverico Cutuli, dal medico-musicista Gesuele Sciacca (chitarra e voce) con Daniela Greco (voce), ambedue hanno presentato tra l’altro una lirica di Herman Hesse “Tienimi per mano”, musicata dallo stesso Sciacca, e reso un omaggio a Franco Battiato.
Un trittico di brani classici è stato scelto per la sua esibizione dal tenore Orazio Giovanni Vecchio, a lungo acclamato dal pubblico, che riempiva totalmente la sala.
Una serata di alto livello culturale, ma fruibile perché condotta con la calviniana leggerezza, che ha contribuito a far respirare un’aria di serenità, di pace e speranza, tanto necessarie in questi tempi di pandemia e di insicurezza.