Catania, l’opposizione chiede lo scalpo dell’assessore Mazzola

Catania, l’opposizione chiede lo scalpo dell’assessore Mazzola

CATANIA – L’opposizione – nella seduta convocata per discutere e approvare la Verifica dei fabbricati da destinare alla residenza e alle attività terziarie e il Programma Triennale delle opere pubbliche 2015-2017 – parte a lancia in resta contro l’assessore Angela Mazzola e le recenti determinazioni prese in merito al commercio.

Il consigliere di Area Popolare – spesso critico nei confronti dell’assessore con il fioretto dell’ironia – stavolta sguaina la sciabola e attacca la Mazzola sulla delibera dei caffè concerto. Quest’ultima contiene un diniego per i tavolini all’aperto in una parte ben precisa di via Crociferi.

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Secondo Tringale la Sovrintendenza aveva dato l’indicazione o di vietare l’occupazione di suolo pubblico all’esterno o di regolamentarlo ma si è preferito emettere un diniego “senza motivazioni e così dei padri di famiglia non possono più lavorare”.

Dello stesso tenore l’intervento di Andrea Barresi (Grande Catania) che ha criticato le politiche messe in campo dall’assessore e la sua evanescenza su certi temi (come la delibera sui dehors scomparsa dall’agenda consiliare) chiedendone – a nome di tutti i gruppi di opposizione – le dimissioni e un consiglio straordinario sulle attività produttive.

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La consigliera Elisabetta Vanin è ritornata sulla spinosa questione del diritto allo studio per i ragazzi disabili. Come già denunciato il Comune non è stato in grado di erogare, per mancanza di fondi, il contributo per il trasporto scolastico in favore delle famiglie con figli disabili.

In un’interrogazione la consigliera di “Con Bianco per Catania” sottolinea che è stato emanato, lo scorso dicembre, un bando regionale destinato agli studenti svantaggiati economicamente e disabili per consentire proprio la copertura delle spese per il raggiungimento degli istituti scolastici.

Di questo bando – con scadenza il 23 gennaio 2015 – il Comune ha dato notizia alle scuole soltanto il 16 gennaio con un gravissimo ritardo. Il risultato è che sono pervenute soltanto sette domande. Come si evidenzia dalla denuncia della Vanin si tratta di una doppia beffa per le famiglie con figli disabili che non hanno potuto fruire né del contributo comunale né della possibilità – a causa della lentezza dello stesso Comune – di partecipare al bando.

Il consiglio si è poi sciolto per mancanza del numero legale in merito al piano triennale delle opere pubbliche. Un piano che – come ha riferito in aula l’assesore Bosco – punterà sopratutto “alla sicurezza degli edifici specie sul versante sismico e già sono partiti i lavori in quattro scuole cittadine”.