CATANIA – Un finanziamento annuale per condurre ricerche nell’area dell’oncologia clinica e sperimentale. Il prestigioso Post-doctoral Fellowships 2022 award della Fondazione Umberto Veronesi (FUV), un premio per giovani scienziati talentuosi, è andato quest’anno anche al dottor Filippo Torrisi, 32enne ricercatore etneo attualmente in forze nel laboratorio di Fisiologia cellulare e molecolare, del Dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche dell’Università di Catania.
Dopo la laurea in Biologia a Catania, Torrisi ha conseguito la laurea specialistica in Biologia sperimentale e applicata a Pavia e si dedica principalmente alla valutazione degli effetti fisiopatologici indotti da radiazioni ionizzanti su tumori radio resistenti mediante modelli in vitro e in vivo, un settore di ricerca che risponde alla mission della FUV, ossia lo sviluppo di nuovi percorsi clinici per superare la resistenza ai farmaci e alla radioterapia e migliorare la prognosi dei pazienti con l’utilizzo di metodologie integrate, comprendenti piattaforme digitali per l’analisi e l’interpretazione di dati utili per la descrizione e la comprensione del sistema biologico studiato.
Spinto dall’interesse di approfondire le ricerche nel campo della neuro-oncologia, nel 2021 Torrisi ha conseguito il Dottorato di ricerca in Biotecnologie, curriculum biomedico e preclinico (ciclo XXXIII), portando a termine un progetto avente l’obiettivo di valutare l’azione sinergica della radioterapia convenzionale e dell’adroterapia con un farmaco ad azione bersaglio molecolare del recettore tirosinchinasico SRC, per il trattamento del glioblastoma.
Il progetto è stato condotto in collaborazione con una start-up farmaceutica toscana, Lead Discovery Siena, e con la Filiera del Farmaco Radioattivo che comprende l’Università di Catania, l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche, i Laboratori nazionali del Sud dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare e l’Uoc di Medicina nucleare dell’azienda ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro di Catania.
Gran parte delle attività sperimentali sono state svolte nel centro di ricerca di Imaging Biomedico “Imagerie et Stratégies Thérapeutiques des pathologies Cérébrales et Tumorales Institute” (ISTCT) di Caen.
L’esperienza all’estero, gli ha permesso di ampliare la conoscenza e la formazione professionale nel campo dell’imaging preclinico, che ha ulteriormente consolidato con il conseguimento del Master di secondo livello su “Imaging molecolare e traslazionale: dalla preclinica alla ricerca clinica”, diretto dalla professoressa Rosalba Parenti.
Il percorso formativo è proseguito quindi con un assegno di ricerca nel Settore disciplinare BIO/09-Fisiologia, dal titolo “Preclinical GBM investigation: brain microenviromental physiopathology and new therapeutic approaches”, all’interno del dipartimento Biometec.
Mediante approcci di imaging avanzati, tra cui i sistemi integrati PET-CT e ultrasuoni ad alta frequenza associati all’imaging fotoacustico disponibili presso il Center for Advanced Preclinical in vivo Research – CAPiR dell’Università di Catania, il dottor Torrisi analizza il microambiente tumorale nonché la riprogrammazione metabolica e la modulazione della componente ipossica e vascolare del glioblastoma.
Tale focus si inquadra nel programma scientifico del Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin), di cui la professoressa Parenti è partner responsabile per Unict.
Ed è proprio in quest’ambito che il dottor Torrisi ha proposto la sua candidatura alla borsa FUV 2022 con la stesura del progetto dal titolo “Immune escape and radioresistance in Proton Boron Capture Therapy approach for glioblastoma”, che si pone l’obiettivo di indagare e superare i meccanismi di radioresistenza del glioblastoma, rilevandone i processi di immunosoppressione e riprogrammazione metabolica che vengono innescati in risposta al trattamento.
L’ipotesi su cui il giovane ricercatore catanese intende indagare è quella di sfruttare le elevate capacità balistiche dei protoni, che reagendo con atomi di Boro sono in grado di produrre particelle cariche pesanti, in grado di generare un danno localizzato sul sito tumorale.
Il fine ultimo del progetto è quello di rilevare i meccanismi biologici di radioresistenza per proporre strategie terapeutiche innovative che permetteranno di associare agenti radiosensibilizzanti con specifici biomarcatori prognostici e predittivi, che in parallelo all’avanzamento tecnologico legato alla medicina oncologica di precisione, potranno fornire un contributo importante per la cura di tumori difficilmente operabili chirurgicamente, come il gliobastoma.
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