CATANIA – Ci sono 520 alloggi comunali recuperabili, 13 milioni di euro per ristrutturare il cosiddetto “Palazzo di cemento” e circa 600 famiglie sfrattate. È una parte del “problema casa” che costituisce una delle tante facce dell’emergenza mai risolta a Catania. Nemmeno dopo la costituzione del tavolo permanente con le organizzazioni sindacali degli inquilini e le azioni già programmate. A denunciarlo è il Sicet di Catania, nel corso dell’assemblea di stasera con le famiglie interessate.
«Nonostante i numerosi interventi possibili identificati – dice Carlo D’Alessandro, segretario generale del Sicet Cisl – per gli assegnatari di alloggi popolari, gli sfrattati, le richieste di social housing, da un mese è tutto fermo e l’assessorato alla Casa non ha dato alcun segnale».
Eppure l’amministrazione comunale aveva già identificato plessi per il social housing nei quartieri di Civita, Santa Maddalena, Barriera, Canalicchio. E ci sono ancora i 13 milioni di euro per ristrutturare il cosiddetto “Palazzo di cemento” di Librino. «Con i primi 10 milioni – spiega D’Alessandro – si possono recuperare già ben 92 alloggi. Il resto va impiegato per riqualificare l’arredo urbano. Ma sono fondi che rischiano di essere perduti se non si interviene entro qualche mese con il loro utilizzo. Insomma, tutto è fermo, l’amministrazione pare essere sorda nonostante abbiamo un tavolo in cui poter lavorare».
Per il segretario del Sicet catanese, non si può aspettare: «Se c’è pronto e disponibile anche un alloggio che lo si dia alla prima famiglia in graduatoria. È inutile aspettare la disponibilità di chissà quanti alloggi per cominciare ad assegnarli. Altrimenti così non si darà mai ossigeno alle graduatorie».
C’è anche lo Iacp, che è proprietario di 144 alloggi, le cosiddette “Due Torri” a Librino che potrebbero rientrare in finanziamenti comunitari. L’istituto ha dato disponibilità a gestirli anche senza rimanerne proprietario. In un promemoria consegnato alla Prefettura, già da tempo, il Sicet aveva anche identificato una serie di recuperi di alloggi rispettivamente a breve, medio e lungo termine e la relativa spesa necessaria: 61 con una spesa di 2,9 milioni di euro; 200 con 18 milioni; 752 con 59,2 milioni. Interventi che, con quelli già previsti al tavolo permanente, avrebbero davvero consentito di uscire dall’emergenza abitativa a Catania. Il Sicet, coinvolgendo anche la Cisl provinciale, con le categorie delle costruzioni (Filca) e dei pensionati (Fnp), ha annunciato la volontà di portare la protesta in piazza, in una grande manifestazione delle famiglie per reclamare il diritto alla casa che resta ancora negato.