PALERMO – L’Università di Palermo si sta preparando a dire addio alla didattica a distanza. A partire dal secondo semestre, infatti, i viali della cittadella universitaria e le aule torneranno a riempirsi.
“A partire dal primo marzo è nostra intenzione ripartire con le lezioni in presenza al 100 per cento. La didattica mista viene abolita“, dice all’Adnkronos il neo rettore di Unipa, Massimo Midiri. Unica eccezione gli studenti lavoratori, i fragili con patologie certificate e i fuorisede che abbiano dimostrato la difficoltà a trovare in così breve tempo un alloggio.
“Per queste categorie speciali – spiega Midiri – ci sarà la possibilità di seguire con modalità asincrona”. In pratica i docenti registreranno le lezioni, che solo in un momento successivo con una distanza temporale anche di qualche settimana saranno caricate on line.
“In questo modo sarà possibile anche per chi ha seguito in presenza rivedere le lezioni per un ripasso, magari in vista dell’esame. Si tratta di uno strumento complementare e non alternativo alla lezione in presenza, che cercheremo di privilegiare in tutti i modi possibili”.
Perché, avverte il rettore, i lunghi mesi di pandemia hanno agevolato la diffusione di una “mentalità distorta“, ossia quella di “immaginare che l’Università sia a distanza“.
“Alcuni ragazzi da noi non hanno fatto neppure una lezione in presenza nel periodo pandemico – ricorda adesso il rettore –. Sono usciti dal mondo della scuola, dove già facevano dad, e sono entrati in un altro mondo in cui hanno continuano a seguire le lezioni a distanza. Ma l’Università è ben altro, è vivere il momento partecipativo, collegiale, di scambio”. Tra docenti e studenti il ritorno alla normalità è vissuto con “grande attesa“.
“Sono tutti ben contenti di potersi riappropriare della dimensione dell’incontro, che è poi quello che ci distingue da un’università telematica“. E il numero uno di Unipa è già impegnato a incentivare i momenti di confronto.
“Sto lavorando per creare luoghi di aggregazione, da campi sportivi a nuovi bar, e poi eventi teatrali e concerti. Il nostro campus universitario si estende per oltre 3,5 chilometri, ha tanti spazi che possono essere adibiti a questo“.
L’obiettivo è ricreare non solo un clima di normalità ma soprattutto di socialità, che “in questi anni è venuto meno in modo drammatico”.
“Due anni di pandemia hanno lasciato tra i ragazzi, e non solo, strascichi psicologici, di confusione, di grande smarrimento. La non socialità, soprattutto nei momenti più duri del lockdown, ha aggravato fortemente stati di depressione e di abbandono, producendo comportamenti vicini al patologico. Anche per questo abbiamo potenziato i nostri uffici dedicati all’ascolto con psicologi e personale formato per dare una mano ai ragazzi., prosegue
La Dad resta, comunque, uno strumento da non demonizzare. “È stata fondamentare ed è un patrimonio che non dobbiamo dimenticare – sottolinea il rettore -. Possiamo pensare a questa forma di didattica per gli studenti lavoratori, che in questi due anni di pandemia sono aumentati e per i quali dobbiamo immaginare corsi ad hoc, e per gli stranieri, che potrebbero così seguire la parte teorica da casa e svolgere a Palermo quella pratica. Stiamo avviando già dei percorsi con i Paesi del bacino del Mediterraneo e dell’Africa subsahariana”
Fonte foto tecnicadellascuola.it