I 5Stelle “assediano” Gela, Crocetta a rischio nella sua (ex) roccaforte

I 5Stelle “assediano” Gela, Crocetta a rischio nella sua (ex) roccaforte

GELA – Da qui è partita l’avventura di Rosario Crocetta e proprio qui potrebbe subire una battuta d’arresto non indifferente.

A spaventare il governatore è una città che gli ha voltato le spalle, che lo ha fischiato quando è venuto a tenere un comizio per il suo candidato e che ha espresso una chiara volontà di cambiamento nell’amministrazione cittadina.

A testimoniarlo ci sono gli oltre 8mila e 500 voti di Domenico Messinese del Movimento Cinque Stelle contro gli 8mila e 400 del primo cittadino uscente Angelo Fasulo. In mezzo resta un centrodestra diviso con Lucio Greco (circa 7mila e 600 voti) e Gioacchino Pellitteri candidato con Forza Italia che ha raccolto 2mila e 700 voti.

E allora ecco che Gela diventa un vero e proprio referendum politico su Crocetta in grado di rivelare i futuri assetti del centrosinistra, del centrodestra e dei pentastellati in chiave regionale.

Dal ballottaggio verranno indicazioni utili per i movimenti palermitani già interessati alle prossime elezioni. In primis il risultato elettorale sinora maturato nella città di Rosario Crocetta ha creato ulteriori divisioni interne al Pd con diversi scambi di accuse tra i democratici.

Lillo Speziale – ex onorevole dem di lungo corso – ha detto apertamente che i gelesi hanno bocciato Crocetta e non era difficile aspettarsi altro. La replica del governatore – che ha cercato di venire incontro al proprio candidato in tutti i modi possibili, sbandierando il riconoscimento di fondi e progetti autostradali – ha scaricato le colpe sul sottosegretario Davide Faraone che avrebbe “imposto” la candidatura di Fasulo evitando di passare dalle primarie.

I grillini ieri pomeriggio hanno tenuto una vera e propria prova di forza nella centralissima piazza Umberto I, gremita di attivisti da tutta la Sicilia, con la presenza di uno dei volti più noti del Movimento a livello nazionale: il vice presidente della Camera Luigi Di Maio.

Nonostante un forte acquazzone che ha preceduto il comizio, durante il quale sono intervenuti tra gli altri il candidato Domenico Messinese e il sindaco di Ragusa Federico Piccitto, si è registrato il pienone e Di Maio non si è risparmiato, con la consueta compostezza, per infiammare i gelesi.

“Due anni fa vinse Crocetta – ha detto l’esponente grillino – e lui diceva le stesse cose che dicevamo noi. La differenza è che non le ha mai fatte e allora Gela è l’opportunità per buttare giù uno dei peggiori governatori che abbiate mai avuto. Abbiamo conosciuto due tipi di amministratori: i nemici e i finti amici che per me sono quelli più pericolosi perché ti pugnalano alle spalle. Lanciamo un segnale a Crocetta e prendiamoci Gela: la Sicilia potrà essere la prima regione a Cinque Stelle d’Italia”.

E infatti anche il deputato Giancarlo Cancelleri – lo sfidante grillino delle ultime regionali di Crocetta – era presente e la sua ricandidatura è molto gettonata. Poi Di Maio – che per certi versi rappresenta una nemesi del grillino duro, puro e arrabbiato – ha ripercorso il cammino dei pentastellati nelle istituzioni ripetendo come un mantra la parola credibilità.

“La credibilità è fondamentale – ha aggiunto Di Maio – i nostri 130 parlamentari si sono tagliati lo stipendio, come avevano promesso in campagna elettorale, e con quei soldi solo a giugno stiamo facendo partire 8mila nuove imprese”.

Inoltre ha ricordato il taglio degli stipendi dei deputati Ars e ha rimarcato, pur senza citarlo, una differenza con Salvini: quella del Movimento Cinque Stelle è una rivoluzione “gentile” dentro il sistema democratico e infatti riesce a riempire le piazze “senza ricevere contestazioni o lanci di uova”.

Una vittoria in terra gelese darebbe indubbiamente una spinta non indifferente ai grillini per poter pensare di scalare Palazzo d’Orleans tanto che Cancelleri ha annunciato che chiederà, in caso di sconfitta del Pd, le dimissioni di Crocetta.

Venerdì ci sarà un altro volto noto del Movimento in città: Alessandro Di Battista. Intanto si registra il sostegno ufficiale di Forza Italia nei confronti dei grillini al ballottaggio per dare un segnale di discontinuità. La partita è tutta da giocare ma il risultato sarà comunque determinante per gli equilibri futuri.