RAGUSA – La Polizia di Stato di Ragusa, Squadra Mobile e Commissariato di P.S. di Vittoria ha proceduto al fermo di indiziato di delitto, disposto dalla Procura di Ragusa, nei confronti di cinque soggetti tutti responsabili, in concorso tra loro, di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di armi.
Le misure pre-cautelari sono scaturite dai gravi indizi di colpevolezza emersi a seguito delle serrate indagini immediatamente avviate subito dopo la segnalazione, pervenuta lo scorso 23 novembre, alla Sala Operativa della Questura, relativa ad una esplosione di colpi di arma da fuoco all’indirizzo della porta di ingresso di un’abitazione, sita nella zona periferica di Vittoria.
Le indagini hanno consentito di appurare che, dopo un diverbio per futili motivi, a causa di una mancata precedenza, gli occupanti dell’autovettura che stava per investire un pedone, si allontanavano dal luogo della lite e, dopo essere scesi dal mezzo, si ponevano all’inseguimento armati di machete con l’intento di aggredire il soggetto scampato all’investimento. Questi fuggiva in direzione della propria abitazione e, soltanto grazie all’intervento del padre che, udite le grida del figlio, gli apriva la porta, riusciva a sfuggire ai suoi inseguitori.
Sembrava fosse tutto finito ma invece, trascorsi circa dieci minuti, da un’autovettura che si fermava proprio davanti all’abitazione della vittima, venivano esplosi tre colpi di arma da fuoco ad altezza uomo i cui proiettili colpivano il vetro e l’imposta dell’abitazione, arrivando sin dentro l’appartamento ove vi erano anche altri componenti il nucleo familiare.
Le risultanze degli accertamenti eseguiti dalla Polizia Scientifica hanno permesso di evidenziare il chiaro intento di uccidere degli aggressori e non soltanto minatorio, in quanto, gli stessi, avevano inseguito la vittima sino alla sua abitazione, costatando chiaramente che egli abitava con altri familiari.
Pertanto, l’esplosione dei tre colpi di arma da fuoco, ad altezza d’uomo, in direzione del portone d’ingresso, è stata fatta nella piena consapevolezza della presenza di persone all’interno dell’abitazione, che avrebbero potuto essere attinte mortalmente.
I soggetti fermati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti presso una Casa Circondariale, a disposizione dell’Autorità giudiziaria procedente.